lunedì 29 marzo 2010
mercoledì 20 gennaio 2010
Ciao a tutti i superstiti del blog di III C...
Ho una richiesta di aiuto da farvi.
In questi giorni i vostri ex compagni di terza si trovano nella situazione in cui eravate voi l'anno scorso: PANICO per la scelta della scuola superiore!!
Anche se quest'anno non ho una terza, mi piacerebbe sapere da voi, che ormai siete usciti da questo incubo (o forse no?), quali delle attività che abbiamo svolto l'anno scorso vi hanno veramente aiutato e quali, invece, si sono rivelate meno azzeccate. Poi mi piacerebbe sapere che differenze avete notato nella quantità dello studio, come vi siete organizzati, se avete dovuto rinunciare a qualcuno dei vostri impegni extrascolastici... E' troppo? E' solo per capire se tutti gli avvertimenti che vi abbiamo dato sono stati utili. Fate un po' di passaparola. Grazie!!!
martedì 22 dicembre 2009
Auguri di Buone Feste!!
Con voi che siete i più grandi della combriccola mi permetto un sorriso in più...
Auguro a voi e alle vostre famiglie di trascorrere serenamente questi giorni di festa, trovando il tempo per regalare, oltre alle cose materiali, un sorriso o un abbraccio... i doni più preziosi.
Siete sempre nel mio cuore
La prof.
lunedì 16 novembre 2009
sabato 14 novembre 2009
14 novembre: sono già passati TRE MESI!!
Ciao ragazzi!!
Allora, come va?
Ho l'impressione che siate MOLTO impegnati con lo studio...
Sono già passati tre mesi dal fatidico primo giorno di scuola superiore! Avete già fatto un bilancio? Siete soddisfatti della vostra scelta? E' tutto come ve lo aspettavate? Rimpiangete qualcosa della scuola media? Quelli alle prese con le "lingue morte" (latino e greco)come se la cavano? A voi la danno la "pagellina"?
Raccontatemi tutto!!
E passate a trovarci...
Allora, come va?
Ho l'impressione che siate MOLTO impegnati con lo studio...
Sono già passati tre mesi dal fatidico primo giorno di scuola superiore! Avete già fatto un bilancio? Siete soddisfatti della vostra scelta? E' tutto come ve lo aspettavate? Rimpiangete qualcosa della scuola media? Quelli alle prese con le "lingue morte" (latino e greco)come se la cavano? A voi la danno la "pagellina"?
Raccontatemi tutto!!
E passate a trovarci...
domenica 1 novembre 2009
A COSA SERVE LA GRAMMATICA? PRIMO (e unico) ROUND
Bea e Lucrezia (e tutti i sopravvissuti di questo blog) mi avete provocato sulla grammatica e non potevate non aspettarvi una risposta! Vi sfido a duello: siete pronte?
Troppo bella questa vignetta di Mafalda che poteremmo tradurre così:
maestra: "la mia mamma mi coccola/la mia mamma mi ama"
Mafalda: "congratulazioni signorina, vedo che ha una mamma eccezionale. Ma ora, per favore, ci insegni cose veramente importanti!"
Perchè tutti gli studenti pensano che studiare la grammatica non sia importante? Forse perchè nessuno ha mai provato veramente a spiegare che cos'è la grammatica, dando per scontato che si capisca perchè si studia a scuola.
In questo primo round vi presento un pezzo del libro "La gallina volante" della nostra cara Paola Mastrocola in cui la protagonista, Carla, è una prof. di lettere di liceo.
Forse vi farà venire in mente qualcosa...
Campanella. "Ragazzi, ci sono frasi e frasi. Ogni periodo è come una casa di più piani, con tanto di pianterreno e cantina, e ogni frase sta a un piano della casa. Poi ci sono frasi che stanno sullo stesso pianerottolo e si chiamano coordinate. Ma non tutte le frasi hanno lo stesso potere: ce n'è solo una, una soltanto, che comanda, è la fase - capo, il re, il generale e si chiama principale.; tutte le altre stanno sotto di lei, sono le serve, i sudditi, i sottoposti e si chiamano subordinate." Oggi [...] faccio l'analisi del periodo [...] perchè ieri sera eravamo a cena da Gabel: ci siamo rimasti fino all'una e siamo usciti sconvolti. Gabel è una nostra grande amica che fa la psicanalista, è una donna infinitamente intelligente. Ci ha fatto capire che l'io dei giovani d’oggi è irrimediabilmente destrutturato perché non fanno grammatica. Non sanno che cosa è importante in una frase e che cosa lo è meno, che cosa regge una frase e che cosa è retto, non distinguono tra una parola che fa da soggetto e un’altra che è soltanto un attributo. Allo stesso modo non sanno che cosa nella vita è importante e cosa non lo è, che cosa è un guaio marginale e cosa è una tragedia. Ci ha raccontato che le arrivano ragazzi disperati perché a tavola hanno avuto una fetta in meno di prosciutto rispetto al fratello, e di lì cadono in depressione e prendono psicofarmaci. La realtà è che non hanno alcuna conoscenza lessicale: conoscono la parola disperato e basta, e quindi la usano tanto per la morte del padre quanto per la fetta di prosciutto in meno.
[…] Gabel ci diceva di Pietro Maso, quello che ha ucciso i genitori per quattro soldi di eredità: alla tivù hanno intervistato un suo amico che ha commentato l’omicidio con queste parole: “Ha fatto una c*****a”. Secondo Gabel è questo il punto: i giovani non distinguono, posseggono solo la parola c*****a che va bene tanto per quando uno mette una mosca nella minestra della madre, tanto per quando l’ammazza a coltellate. Possiedono una sola parola per le cose, dunque le cose sono uguali.[…] Pietro Maso ha ucciso perché gli insegnanti non fanno grammatica e non insegnano ad allargare il lessico. Ha ucciso perché uccidere è solo una c******a, ha ucciso perché non sa che ci sono frasi principali e frasi subordinate e che le subordinate sono di diversi gradi. Paola Mastrocola, La gallina volante. Secondo me questa pagina è sicuramente provocatoria, ma illuminante. Io ci ho riflettuto molto quando l'ho letta e adesso ogni volta che penso all'analisi del periodo penso al senso della vita...
A proposito di "galline volanti", voliamo alti in questo blog, preparate le ali!
Non so se mi spiego...
domenica 25 ottobre 2009
Geografia umanistica
Non è un segreto per nessuno che tra me e la geografia non ci sia un gran feeling (e non dite che non ve ne eravate accorti!). Ma questa non può essere una scusa per non farla bene in classe, quindi bisognerà darsi da fare...
L'unica volta che mi sono sentita coinvolta da questa disciplina è quando ho seguito le lezioni dei mitici prof. Fabio Lando e Alessandro Voltolina alla SSIS (scuola di specializzazione per l'insegnamento) tre anni fa.
La mia motivazione a seguire il corso era scarsissima, ma, poichè non c'era possibilità di scelta, mi sono apprestata a bere l'amaro calice.
Fin dalle prime lezioni ho capito che la prospettiva da cui veniva affrontata questa materia era molto diversa da come, di solito, viene presentata nei libri: non solo carte geografiche, monti, fiumi, città, stati, dati di ogni genere e nomi impronunciabili, ma tanta, tanta, tanta letteratura.
Beh, direte voi, cosa c'entra la letteratura con la geografia? C'entra, c'entra... e per fortuna che c'entra! In poche parole, la geografia umanistica si propone di utilizzare la letteratura come un importante "mezzo di investigazione" per i geografi poichè permette di conoscere meglio e di chiarire quali sono le relazioni emotive che intercorrono tra uomo e ambiente, di capirne i nessi e interpretarne i significati. Questo accade quando lo scrittore, attraverso le sue parole, riesce a trasmettere al lettore il legame profondo che c'è tra uomo e ambiente.
Capite bene che la faccenda comincia a farsi interessante...
Ecco, vi invito ad osservare, nei libri che avete letto o che leggerete, se c'è una qualche traccia di tutto questo.
Per il momento vi offro solo uno spunto di riflessione attraverso le parole di un grande scrittore:
Gli alberi! ci sono gli alberi!
Il grido partito dalla prima delle carrozze percorse a ritroso la fila delle altre quattro, pressoché invisibili nella nuvola di polvere bianca; e ad ognuno degli sportelli volti sudati espressero una stanca soddisfazione.
Gli alberi, a dir vero, erano soltanto tre ed erano degli eucaliptus, i piú sbilenchi figli di Madre Natura. Ma erano anche i primi che si avvistassero da quando, alle sei del mattino, la famiglia Salina aveva lasciato Bisacquino. Adesso erano le undici e per quelle cinque ore non si erano viste che pigre groppe di colline avvampanti di giallo sotto il sole. Il trotto sui percorsi piani si era brevemente alternato alle lunghe lente arrancate delle salite, al passo prudente delle discese; passo e tratto, del resto, egualmente stemperati dal continuo fluire delle sonagliere, che ormai non si percepiva piú se non come manifestazione sonora dell'ambiente arroventato. Si erano attraversati paesi dipinti in azzurrino tenero, stralunati; su ponti di magnificenza bizzarra si erano valicate fiumare integralmente asciutte; si erano costeggiati disperati dirupi che saggine e ginestre non riuscivano a consolare. Mai un albero, mai una goccia d'acqua: sole e polverone. dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
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