Pubblico il video segnalato da Roberto a proposito della poesia "Se questo è un uomo". Penso che siate abbastanza grandi per vedere queste immagini e commentarle. Associate alle parole di Primo Levi danno davvero i brividi...
La prof.
Pubblico il video segnalato da Roberto a proposito della poesia "Se questo è un uomo". Penso che siate abbastanza grandi per vedere queste immagini e commentarle. Associate alle parole di Primo Levi danno davvero i brividi...
La prof.

Ecco un immagine degli squadristi che si segnalarono soprattutto per le azioni di violenza rivolte contro i socialisti e le organizzazioni di sinistra. Indossavano una divisa militare caratterizzata dalla camicia nera (che si richiamava a quella portata in guerra dagli arditi). A partire dal 1920 i fascisti ebbero l'appoggio dei capitalisti agrari che, soprattutto nella pianura padana, non sopportavano gli scioperi e le rivendicazioni dei braccianti. Gli squadristi, con la camicia nera e il manganello seminavano la paura con le loro spedizioni punitive contro le Camere del lavoro, le sedi di giornali o partiti di sinistra e anche contro i singoli leader sindacali.


Una volta giunto al potere, il fascismo cercò di conquistarsi il favore della Chiesa. Come si vede nella foto, l'11 febbraio 1929 Mussolini firmò con il cardinale Gasparri, segretario di Stato di Papa Pio XI, i Patti Lateranensi (così chiamati dal nome del palazzo in cui vennero siglati). L'Italia si impegnò a rispettare la sovranità del pontefice sullo Stato del Vaticano e accettò di considerare il cattolicesimo religione di Stato. In cambio la Chiesa riconobbe il Regno d'Italia con capitale Roma. Il governo garantì un risarcimento al papa per i possedimenti che gli erano stati sottratti nel corso del Risorgimento. I Patti contenevano un concordato, un accordo con cui venivano regolati i rapporti tra Stato italiano e Chiesa. Il duce acquistò un grande prestigio di fronte alla popolazione cattolica per essere riuscito a mettere fine alle tensioni tra Regno d'Italia e la Chiesa.
Anche la scuola, soprattutto quella primaria frequentata da tutti i bambini fu uno strumento della propaganda fascista. Nella foto, infatti, si può leggere alla lavagna uno degli slogan più famosi di Mussolini: "Credere, Obbedire, Combattere". A partire dal 1932 tutti i dipendenti pubblici, quindi anche gli insegnanti, furono costretti a giurare fedeltà al regime e a iscriversi al partito fascista.
Oltre alla propaganda il fascismo trovò altri mezzi per forgiare le menti e gli animi dei nuovi italiani. Tutti i giovani, a partire dai sei anni, vennero inquadrati in associazioni di tipo militare, ciascuna con la sua divisa: Figli e Figlie della Lupa (in foto) erano i bambini tra i sei e i sette anni; Balilla i ragazzini tra gli otto e i quattordici; Avanguardisti i giovani tra i quattordici e i diciotto. Le femmine tra gli otto e i diciassette anni erano prima Piccole Italiane e poi Giovani Italiane. Queste associazioni facevano capo all'Opera Nazionale Balilla (ONB) e dovevano abituare i bambini a "credere, obbedire, combattere": questo slogan, che, come abbiamo visto, veniva insegnato anche a scuola, sintetizzava bene l'ideologia fascista in cui ciascun individuo sta al suo posto, rispetta l'autorità e non si permette di criticare. Insieme all'attività di palestra e sportiva, venivano proposti esercizi di tipo premilitare, per abituare i bambini a diventare soldati.
L'aggressione italiana all'Etiopia fece scandalo in tutto il mondo. La Società delle Nazioni condannò il gesto italiano e decretò le sanzioni, cioè una serie di ritorsioni economiche che avrebbero dovuto impedire all'Italia di commerciare con il resto del mondo. Mussolini allora avviò il paese sulla strada dell'autarchia economica. L'autarchia è la capacità di un paese di produrre da solo tutto ciò che gli serve per non dover dipendere dalle importazioni.
Verso la fine degli anni '30 l'ideologia fascista si colorò di razzismo. Gli italiani che si erano trasferiti nelle colonie africane avevano spesso figli con le donne del posto. Mussolini, ossessionato dall'idea, allora di moda, della purezza della razza, impose una rigida separazione tra la popolazione locale e i colonizzatori italiani. Il nazismo ebbe una forte influenza sul fascismo che, in origine, non era antisemita. Infatti in Italia gli ebrei erano completamente integrati nella società. Ma, avvicinandosi a Hitler, Mussolini si convertì al razzismo antisemita e nel 1938 promulgò le leggi razziali. Tutti gli ebrei furono esclusi dalle scuole e dalle università, dall'esercito, dagli enti pubblici, non potevano essere giornalisti, nè sposare qualcuno di non - ebreo. Il re firmò queste leggi privando della nazionalità italiana e del lavoro decine di migliaia di italiani.
Pubblico questo video a integrazione di quanto detto sabato durante l'incontro di educazione alla mondialità e alla pace e in previsione di quanto diremo martedì pomeriggio.
Un'altra via d’uscita” è un videoclip a cartoni animati sul Commercio Equo e Solidale. Il linguaggio usato è diretto e coinvolgente, la musica è un allegro raggamuffin composta dal musicista napoletano Daniele Sepe. Attraverso le originali immagini del cartone animato e il ritmo trascinante che le accompagna, “Un'altra via d’uscita” sottolinea in maniera semplice alcuni concetti chiave del commercio internazionale tradizionale: l’iniqua formazione del prezzo dei prodotti provenienti dai Paesi Economicamente Meno Sviluppati e la violazione dei diritti umani, economici e sociali, perpetrati dalle grandi società multinazionali nei confronti dei produttori del Sud del mondo. Per fortuna, però, nella vita, c’è sempre “un’altra via d’uscita”, la proposta concreta cioè del Commercio Equo e Solidale e l’alternativa offerta dalle Botteghe del Mondo.
Il film è ambientato nel 1959 nella severa accademia maschile "Welton", in Vermont: per gli studenti del liceo Welton inizia un nuovo semestre e nella cerimonia d’apertura il preside presenta loro un nuovo prof. di letteratura. Il prof. Keating (interpretato da Robin Williams) si rivela subito diverso dagli altri insegnanti e presto diventerà il “maestro di vita” per un gruppo di ragazzi. Durante le sue lezioni i ragazzi scoprono sé stessi e le loro passioni/aspirazioni, ma devono scontrarsi con la dura realtà delle aspettative familiari e con le regole del liceo.
Oh me, oh vita !Ed ecco la domanda cruciale: QUALE SARA' IL TUO VERSO?
Provate a scriverlo...
La prof.
A proposito delle parole, guardatevi questa sequenza tratta dal film "Palombella Rossa"di Nanni Moretti (1989).
Il protagonista Michele Apicella (Nanni Moretti), un deputato comunista trentacinquenne, giocatore di pallanuoto, sta attraversando una profonda crisi, sia per ciò che riguarda la sua fede politica che la sua stessa vita poiché ha perduto la memoria per un incidente e non si ricorda neppure chi è. Michele partecipa ad una partita di pallanuoto contro la squadra di Acireale, durante la quale gli affiorano improvvisamente nella memoria i ricordi della sua vita passata.
Mentre la partita continua, e Michele gioca piuttosto male, nelle pause ai bordi della piscina egli parla con varie persone, fra cui una giornalista, che lo intervista su argomenti politici, ma che lo esaspera con le sue frasi fatte.
Al di là delle questioni politiche, di cui non ci occupiamo, riflettete sull'insofferenza del protagonista del film di fronte al modo di esprimersi della giornalista che vuole intervistarlo. Perchè si arrabbia così tanto? In un altro spezzone del film, sempre rivolgendosi alla giornalista, Michele dice: "CHI PARLA MALE PENSA MALE E VIVE MALE. BISOGNA TROVARE LE PAROLE GIUSTE. LE PAROLE SONO IMPORTANTI."
Cosa ne pensate? Come colleghiamo questi concetti con quanto il prof. Benigni dice ai suoi alunni?
La prof.
Ragazzi, guardatevi questo spezzone dal film "La tigre e la neve" in cui Benigni interpreta Attilio, professore universitario e a sua volta poeta. In questa lezione dà ai suoi alunni qualche consiglio su come scrivere delle poesie. Che ne pensate?
Vi piacerebbe un prof. così?
Buona visione e soprattutto buona riflessione!
La prof.

Un benvenuto, naturalmente anche a tutti i ragazzi delle altre classi e a tutti gli insegnanti che vorranno commentare i nostri post!
La prof.
Benvenuti nel blog della classe III C! Questo nuovo spazio all'interno del blog d'Istituto ci permetterà di affrontare argomenti che, magari, non abbiamo tempo di approfondire in classe, di rispondere ad alcune domande e di confrontarci con i nostri compagni di classe e di scuola. Buon blog a tutti!!