martedì 22 dicembre 2009

Auguri di Buone Feste!!


Con voi che siete i più grandi della combriccola mi permetto un sorriso in più...
Auguro a voi e alle vostre famiglie di trascorrere serenamente questi giorni di festa, trovando il tempo per regalare, oltre alle cose materiali, un sorriso o un abbraccio... i doni più preziosi.
Siete sempre nel mio cuore
La prof.

lunedì 16 novembre 2009

sabato 14 novembre 2009

14 novembre: sono già passati TRE MESI!!

Ciao ragazzi!!
Allora, come va?
Ho l'impressione che siate MOLTO impegnati con lo studio...
Sono già passati tre mesi dal fatidico primo giorno di scuola superiore! Avete già fatto un bilancio? Siete soddisfatti della vostra scelta? E' tutto come ve lo aspettavate? Rimpiangete qualcosa della scuola media? Quelli alle prese con le "lingue morte" (latino e greco)come se la cavano? A voi la danno la "pagellina"?
Raccontatemi tutto!!
E passate a trovarci...

domenica 1 novembre 2009

A COSA SERVE LA GRAMMATICA? PRIMO (e unico) ROUND



Bea e Lucrezia (e tutti i sopravvissuti di questo blog) mi avete provocato sulla grammatica e non potevate non aspettarvi una risposta! Vi sfido a duello: siete pronte?
Troppo bella questa vignetta di Mafalda che poteremmo tradurre così:
maestra: "la mia mamma mi coccola/la mia mamma mi ama"
Mafalda: "congratulazioni signorina, vedo che ha una mamma eccezionale. Ma ora, per favore, ci insegni cose veramente importanti!"
Perchè tutti gli studenti pensano che studiare la grammatica non sia importante? Forse perchè nessuno ha mai provato veramente a spiegare che cos'è la grammatica, dando per scontato che si capisca perchè si studia a scuola.
In questo primo round vi presento un pezzo del libro "La gallina volante" della nostra cara Paola Mastrocola in cui la protagonista, Carla, è una prof. di lettere di liceo.
Forse vi farà venire in mente qualcosa...
Campanella. "Ragazzi, ci sono frasi e frasi. Ogni periodo è come una casa di più piani, con tanto di pianterreno e cantina, e ogni frase sta a un piano della casa. Poi ci sono frasi che stanno sullo stesso pianerottolo e si chiamano coordinate. Ma non tutte le frasi hanno lo stesso potere: ce n'è solo una, una soltanto, che comanda, è la fase - capo, il re, il generale e si chiama principale.; tutte le altre stanno sotto di lei, sono le serve, i sudditi, i sottoposti e si chiamano subordinate." Oggi [...] faccio l'analisi del periodo [...] perchè ieri sera eravamo a cena da Gabel: ci siamo rimasti fino all'una e siamo usciti sconvolti. Gabel è una nostra grande amica che fa la psicanalista, è una donna infinitamente intelligente. Ci ha fatto capire che l'io dei giovani d’oggi è irrimediabilmente destrutturato perché non fanno grammatica. Non sanno che cosa è importante in una frase e che cosa lo è meno, che cosa regge una frase e che cosa è retto, non distinguono tra una parola che fa da soggetto e un’altra che è soltanto un attributo. Allo stesso modo non sanno che cosa nella vita è importante e cosa non lo è, che cosa è un guaio marginale e cosa è una tragedia. Ci ha raccontato che le arrivano ragazzi disperati perché a tavola hanno avuto una fetta in meno di prosciutto rispetto al fratello, e di lì cadono in depressione e prendono psicofarmaci. La realtà è che non hanno alcuna conoscenza lessicale: conoscono la parola disperato e basta, e quindi la usano tanto per la morte del padre quanto per la fetta di prosciutto in meno.
[…] Gabel ci diceva di Pietro Maso, quello che ha ucciso i genitori per quattro soldi di eredità: alla tivù hanno intervistato un suo amico che ha commentato l’omicidio con queste parole: “Ha fatto una c*****a”. Secondo Gabel è questo il punto: i giovani non distinguono, posseggono solo la parola c*****a che va bene tanto per quando uno mette una mosca nella minestra della madre, tanto per quando l’ammazza a coltellate. Possiedono una sola parola per le cose, dunque le cose sono uguali.[…] Pietro Maso ha ucciso perché gli insegnanti non fanno grammatica e non insegnano ad allargare il lessico. Ha ucciso perché uccidere è solo una c******a, ha ucciso perché non sa che ci sono frasi principali e frasi subordinate e che le subordinate sono di diversi gradi. Paola Mastrocola, La gallina volante.
Secondo me questa pagina è sicuramente provocatoria, ma illuminante. Io ci ho riflettuto molto quando l'ho letta e adesso ogni volta che penso all'analisi del periodo penso al senso della vita...
A proposito di "galline volanti", voliamo alti in questo blog, preparate le ali!
Non so se mi spiego...

domenica 25 ottobre 2009

Geografia umanistica


Non è un segreto per nessuno che tra me e la geografia non ci sia un gran feeling (e non dite che non ve ne eravate accorti!). Ma questa non può essere una scusa per non farla bene in classe, quindi bisognerà darsi da fare...
L'unica volta che mi sono sentita coinvolta da questa disciplina è quando ho seguito le lezioni dei mitici prof. Fabio Lando e Alessandro Voltolina alla SSIS (scuola di specializzazione per l'insegnamento) tre anni fa.
La mia motivazione a seguire il corso era scarsissima, ma, poichè non c'era possibilità di scelta, mi sono apprestata a bere l'amaro calice.
Fin dalle prime lezioni ho capito che la prospettiva da cui veniva affrontata questa materia era molto diversa da come, di solito, viene presentata nei libri: non solo carte geografiche, monti, fiumi, città, stati, dati di ogni genere e nomi impronunciabili, ma tanta, tanta, tanta letteratura.
Beh, direte voi, cosa c'entra la letteratura con la geografia? C'entra, c'entra... e per fortuna che c'entra! In poche parole, la geografia umanistica si propone di utilizzare la letteratura come un importante "mezzo di investigazione" per i geografi poichè permette di conoscere meglio e di chiarire quali sono le relazioni emotive che intercorrono tra uomo e ambiente, di capirne i nessi e interpretarne i significati. Questo accade quando lo scrittore, attraverso le sue parole, riesce a trasmettere al lettore il legame profondo che c'è tra uomo e ambiente.
Capite bene che la faccenda comincia a farsi interessante...
Ecco, vi invito ad osservare, nei libri che avete letto o che leggerete, se c'è una qualche traccia di tutto questo.
Per il momento vi offro solo uno spunto di riflessione attraverso le parole di un grande scrittore:

Gli alberi! ci sono gli alberi!
Il grido partito dalla prima delle carrozze percorse a ritroso la fila delle altre quattro, pressoché invisibili nella nuvola di polvere bianca; e ad ognuno degli sportelli volti sudati espressero una stanca soddisfazione.
Gli alberi, a dir vero, erano soltanto tre ed erano degli eucaliptus, i piú sbilenchi figli di Madre Natura. Ma erano anche i primi che si avvistassero da quando, alle sei del mattino, la famiglia Salina aveva lasciato Bisacquino. Adesso erano le undici e per quelle cinque ore non si erano viste che pigre groppe di colline avvampanti di giallo sotto il sole. Il trotto sui percorsi piani si era brevemente alternato alle lunghe lente arrancate delle salite, al passo prudente delle discese; passo e tratto, del resto, egualmente stemperati dal continuo fluire delle sonagliere, che ormai non si percepiva piú se non come manifestazione sonora dell'ambiente arroventato. Si erano attraversati paesi dipinti in azzurrino tenero, stralunati; su ponti di magnificenza bizzarra si erano valicate fiumare integralmente asciutte; si erano costeggiati disperati dirupi che saggine e ginestre non riuscivano a consolare. Mai un albero, mai una goccia d'acqua: sole e polverone.
dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

lunedì 28 settembre 2009

Catullo, Carme 85 - Odi et amo

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et exrucior.


Odio e amo. Forse mi chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.
(Salvatore Quasimodo)

In pochi versi la complessità dei sentimenti più profondi e travolgenti che l'uomo possa provare, la magia e la potenza di una verità che viene rivelata da parole che lasciano un segno.

giovedì 10 settembre 2009










lunedì 14 settembre 2009...

inizio di un nuovo anno scolastico...

inizio di una nuova scuola...

inizio di una nuova vita...


IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!!!

domenica 2 agosto 2009

Caro diario...


Accolgo con piacere la richiesta della Bea di creare uno spazio dedicato al diario.
Pubblico la pagina che mi ha inviato subito dopo gli esami e che spero piaccia a voi come è piaciuta a me.
Mi sembra il modo migliore di iniziare questa avventura...
Aspettiamo, nei commenti, le VOSTRE pagine di diario.

Caro diario,
ho iniziato adesso a scriverti… alla fine di tutto… tu non sai niente di me… beh, cominciamo col dire che oggi ho finito gli esami di 3 media… i miei primi esami!!! Oggi ho fatto gli orali sai??????? è stata un’emozione troppo forte!!!!!!! la prof che mi guardava dritta negli occhi e io che andavo in panicoooooooooooooo!!!!!!!!!! non credo di essere andata malissimo… storia è andata abbastanza bene… inglese non ho saputo due domande!!!!!! ma ti pare!!!!!! di ingleseeeee!!!!! la mia materia preferitaaaaaaaa!! In tecnica sono andata via liscia come l’olio… boo… sarà che la Consy mi dà sicurezza… la Ferry mi dà paura, incertezza, terrore, angoscia: odio quando ti guarda come ti volesse trafiggere!!!!! Lei non lo fa per farmi un dispetto, è fatta così, ma oggi più di una volta mi ha messo in seria difficoltà!!!!!! perchè si capisce subito quando cerca qualcosa nei tuoi occhi chiude a fessura i suoi!!!
Ah,la Ferry… la big Ferry…!!!!!!!!!!!!
Beh, in questo momento lei starà dormendo visto che sono le 4.45 di mattina… anche tu, caro diario, avresti voluto dormire, lo sento dalle tue pagine che non si vogliono svegliare… ma oggi è stata un’emozione troppo forte: paura, angoscia, terrore, preoccupazione,felicità… ma io chi sono per giudicare i miei sentimenti????????? nessuno!!!!!!! e già, non sono nessuno ma faccio parte del tutto… che mi dà la sensazione dell’infinito… e a te, caro diario??????
Sai perchè ho iniziato a scriverti??????? perchè ho realizzato che tutto è finito, e che tutto deve ricominciare.
Già, adesso devo ricominciare, ma la prima volta che ho messo piede come studentessa alla scuola media io me la ricordo benissimo: la prima cosa che ho visto era la Cagliari con uno dei suoi vestiti verdi, a righe (a lei stanno meglio i colori decisi come il rosso, decisi come lei d’altronde!!) e ho pensato: “Questa è quella di italiano… sarà emozionata anche lei”.
Non era una domanda perchè ne ero sicura, ma poi mi sono resa conto che lei era impassibile e io lì che la guardavo, poi la nostra aula, il mio primo banco alla scuola media… e adesso con la Cagliari, la Peru (Perugini), la D.P., la Senòner (notare la posizione dell’accento), la tecnologicamente avanzata Consy, la Mortisia (la nostra prof.Ceron: io la chiamo così non perchè sia cattiva o pestifera, ma perchè mi ricorda tantissimo Mortisia Addams… lo so, è strano ma lei ha dei capelli che devo ancora capirne il colore, viso allungato, camminata un po’ stanca, un pochino atletica… insomma, la camminata di quelle magre!!!), l’unico prof. maschio Ricagni (!!!!!!!!!!!!!!), la Concetta (Giusta fa di cognome ma io me la chiamo per nome perchè suona benissimo “la Concetta”, non ti pare?????) e poi… beh poi… il pezzo forte… la big (non tanto a dire il vero: pesa un quarto di quello che peso io!!!!), la Ferry, quella a cui ho sempre detto un sacco di parole perchè è cattiva, ma sentivo che c’era qualcosa che di più in lei. Non sono mai stata una battagliera, sono una che parte sconfitta dall’inizio e sinceramente erano così gran parte delle persone che ho conosciuto ma lei, la sua tenacia, la sua forza di combattere, il suo credo fondamentale, la sua fiducia in noi… e verso un futuro… non ti pare straordinaria questa cosa????????? e io mi ritrovo lì, come una fico secco a guardare questa nuova creatura venuta fuori dal nulla, questa creatura strana, diversa, che ha creduto in noi fino all’ultimo. Certo, ha avuto dei momenti di panico anche lei, ma come ho detto prima: chi siamo noi x giudicare quello che sono i nostri sentimenti???
nooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!! adesso mi viene il momento della lacrimuccia facile!!!!!! noooooo!!!!!!! non posso!!!!!! non ho tempo di piangere… è passata solo mezz’ora da quando ho iniziato a scriverti ma a me sembra che siano passati solo tre anni… tre anni di pianti, gioie e lacrime… tre anni diversi, coesi e coerenti… tre anni che mi hanno fatto capire che cosa vuol dire vivere… tre anni che mi hanno fatto vedere il mondo ma soprattutto tre anni che mi hanno dato vita: mi hanno fatto conoscere un sacco di cose, ma mi hanno anche acceso. Eh sì, cari miei, perchè io sono una lampadina da accendere, non un miscuglio di robe messe alla “stravacca e vai bene”, come direbbe mia mamma!!!!! Noi siamo lampadine da accendere, questo è un messaggio per i miei compagni, cari miei, se voi vi sentite vasi da riempire vuol dire che non avete proprio capito un tubo!!!!!!! se non c’è passione, sacrificio lotta, angoscia, paura, sofferenza, condivisione come pensate di vivere a questo mondo????????????? no, il vostro cervello non è la parte più importante del vostro essere, questa è una cosa ovvia. Lo so, cari tosi, le ragazze vi vogliono intelligenti, come vasi da riempire, mentre tose, i ragazzi vi prendono come venite!!! Sapete qual è la parte più importante del vostro essere????? Lo spirito cari miei, la vostra anima; è quello che vi fa vivere io l’ho capito quest’anno quando ho conosciuto la Ferry…
Voi dovete avere uno spirito che sia il vostro protettore per tutta la vostra vita, la vostra anima che sentirà,proverà emozioni. Il cervello lo potete mettere da parte!!!! se non siete lampadine da accendere accidenti, non siete niente!!!! siete solo ombre… spettri… ricordatevelo: parlate al vostro cuore, alla vostra anima, al vostro spirito. Anche se non l’ho mai detto a nessuno, lo dico a te caro diario tanto loro non mi possono ascoltare:
TOSI & TOSE,VI VOGLIO BENEEEEEEEEEE!!!! MI MANCHERETE,TOSI,PERCHE’ SIETE SEMPLICEMENTE STUPIDI, MA NELLA VOSTRA STUPIDITA’ SAPERE FAR VEDERE TUTTO CON TRASPARENZA AGLI ALTRI!!!!
MENTRE VOI TOSE,… CHE PAROLE POSSO DIRE… NON TROVO LE PAROLE… SARA’ LA PAURA DI PERDERVI CICCIA, PINA, GINA, TINA, KEKKA, VETTO, ERY, MARIA PIA… siate delle lampadine da accendere… io sarò qui per ogni domanda vostra (o meglio inventata da me, caro diario) per ogni vostra riflessione io sarò qui… adesso mi viene in mente quella stupida canzone di Tiziano Ferro (te possino ammazzàààààààà!!!!!!!!!) quella con quello sfigato di Scamarcio e l’altra fessa……………… ecco ho paura di quello che la canzone dice…
Ciao, caro diario, adesso vado a nanna, ti ho stressato abbastanza x stanotte sono le 5.00 ma per ogni cosa io sarò qui… x te, quando vorrai scrivere, o piangere, o solo ridere, io sarò qui…
BY BIGBEA, L’ADOLESCENTE PERFETTA DELLA BIG FERRY, LA ROMPI DELLA BEA X TUTTI…………..
Prof. Ferrarese & Bea

sabato 27 giugno 2009

BUONE VACANZE!!!

Carissimi ragazzi della ex III C, finalmente sono usciti i risultati degli esami e finalmente iniziano le tanto desiderate vacanze!
Che ne sarà del nostro blog?
A voi la decisione...
Per ora andiamo in ferie, ma, se lo vorrete, a partire da agosto possiamo ritrovarci nella nostra classe virtuale e prepararci per il grande salto (ho già qualche idea in mente...).
Nei prossimi giorni tra un augurio di buone vacanze e l'altro vi darò qualche suggerimento per le vostre letture estive...
A questo punto è arrivato veramente il momento di salutarci.
Voglio ringraziare la professoressa Cagliari, l'alleata più preziosa in questo lungo e a volte non facile cammino, per la grande disponibilità e simpatia che ha dimostrato nei miei confronti, la prof. Di Pietrantonio per il suo entusiasmo contagioso, la prof. Perugini per la sua voglia di confrontarsi (specialmente il sabato alla fine dell'ultima ora...), la prof. Michielan che mi ha proposto la gita a Roma (esperienza nuova per tutte e due) e la prof. Giusta perchè si è dimostrata un'ottima compagna di viaggio, i prof. Senoner, Ceron, Ricagni e Volpini perchè dalla loro esperienza ho potuto imparare molto. Ho dimenticato qualcuno? Mi pare proprio di no... Oddio, e la mitica prof. Conselvan? Un grande GRAZIE a lei, con cui ho condiviso questa bellissima esperienza del blog (ma non solo...). Ringrazio tutti i genitori e, dulcis in fundo, ringrazio VOI perchè questo pezzetto di strada che abbiamo percorso insieme ci ha fatto diventare delle persone migliori.
Vi abbraccio con sincero affetto e vi auguro di trascorrere delle belle vacanze.
A presto... spero.
Prof. Ferrarese



giovedì 18 giugno 2009

Consigli utili per sopravvivere agli orali...


Evviva, gli scritti sono finiti! Adesso viene la parte divertente...
Sinceramente non capisco tutto questo terrore per la prof. Ferrarese... Bah...
Ragazzi, per domani e per i giorni che verranno, seguite questi consigli:
PRIMA
Prima dell'orale dell'Esame di Stato, pensate che il colloquio si chiama colloquio e non interrogatorio e che ad esaminarvi sono i prof. che conoscete e con cui avete lavorato in questi anni, quindi cercate di essere LUCIDI e RAZIONALI: l'orale andrà bene se sarete capaci di ragionare e controllare le vostre emozioni, se lo affronterete con grinta, non se vi presenterete sfiduciati e paurosi! L'orale andrà bene a chi avrà studiato ed sarà stato capace di sviluppare un metodo di lavoro valido, maturo: non ci interessano le nozioni, ma come voi sarete capaci di affrontare i quesiti che vi verranno posti. Venite sicuri, ascoltate BENE le domande, centrate le risposte e cercate di ampliarle senza arrampicarvi sugli specchi.
Non guasta se venite vestiti dignitosamente: no alle pance scoperte e ai jeans bassi, no ai pantaloni corti e alle canottiere, no alle ciabattine... DECORO, signori, E' UN ESAME, e non siete ancora al mare. Ve lo ricordo perchè in questi giorni abbiamo visto abbigliamenti un po' troppo easy, e questo non va bene.
DURANTE.
Distribuite, se l'avete, una copia cartacea dei vostri lavori, date la chiavetta con il Power Point alla prof. Conselvan, e iniziate ad esporre il percorso A VOCE ALTA E CHIARA: nei minuti tutti vostri (da 5 a 10) dovete fare un figurone! Alle domande successive rispondete sempre a voce alta (hai capito Francesca?), mantenete la calma, cercate di usare un buon lessico e parlate finchè non sarete interrotti. E' probabile che vi diremo qualcosa sugli scritti. Alla fine metterete una firma e, molto educatamente e con un bel sorriso, ringrazierete tutti, recupererete le vostre cianfrusaglie e vi toglierete dai piedi!!
DOPO.
Uscite e festeggiate!
Bene, mi pare di aver detto tutto....
IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!!!!!

mercoledì 17 giugno 2009

Ecco l'ultima fatica di Roby... Bellissimo regalo, grazie!

sabato 13 giugno 2009

video III C

Roberto, ci hai veramente stupito!! Questa è proprio una gran bella sorpresa, vero ragazzi?

mercoledì 10 giugno 2009

CI SIAMO!!!!!! Domande, raccomandazioni, programmi e chi più ne ha più ne metta!!

Ciao ragazzi!! Come va a pochi giorni dal primo esame della vostra vita? Siete tranquilli o tesi come corde di violino?
Beh, pensate che tra poco sarà tutto finito e potrete godervi le meritate (quasi per tutti) vacanze!!
Usiamo questo spazio per fare le ultime domande (tecniche e non) sulle prove che vi attendono tra pochi giorni.
Innanzi tutto i programmi...
Controllate questo post molto spesso perchè, man mano che mi viene in mente qualche suggerimento da darvi lo inserirò di seguito.
Raccomandazione 1: quando venerdì venite a prendere la scheda, PORTATE IL MODULO che vi hanno consegnato per l'entrata/uscita dalla scuola nei giorni degli esami. E' fondamentale!!
Raccomandazione 2: ricordatevi che tutte le attività che sono state fatte possono essere oggetto di domande durante il colloquio.
Raccomandazione 3: guardatevi bene tutti i testi (narrativi e poetici) che abbiamo visto sia in italiano che in storia.
Raccomandazione 4: guardatevi super mega bene la Costituzione.
Raccomandazione 5: attenzione ai film e alle canzoni che ho messo nel programma.
Raccomandazione 6: riprendetevi in mano il libro "Una barca nel bosco".
Raccomandazione 7: riguardatevi tutti i post pubblicati nel blog.
....
Ecco i programmi
PROGRAMMA DI ITALIANO

Unità didattiche di apprendimento svolte:

1. Invito alla lettura.
Lettura dall’antologia dei seguenti testi: Discorso di incoraggiamento (S. Hoff), Viaggio con un amico (C. Manzoni) e L’ultimo robot (L. Beccati).

2. I generi letterari:
- Il racconto giallo. Lettura dall’antologia dei seguenti testi: Il caso della domestica perfetta (A. Christie), La fascia maculata (A. C. Doyle), Trappola di ghiaccio (P. Higtsmith).
- Il racconto umoristico. Lettura dall’antologia dei seguenti testi: Oscuramento (G. Guareschi), In tandem (J. K. Jerome), Un ristorante alla moda (P. Villaggio); in fotocopia il testo Prima di Quaresima (L. Santucci).
- Il racconto di fantascienza. Lettura dall’antologia dei seguenti testi: Razza di deficienti (I. Asimov), Sentinella (F. Brown).

3. Progetto orientamento
- attività di orientamento per la scelta della scuola secondaria di secondo grado;
- lettura e commento del testo “Una barca nel bosco” di Paola Mastrocola;
- visione del film Billy Elliot.

4. Educazione all’affettività
- lettura dall’antologia dei seguenti testi: Soli nella nebbia (N. Ginzburg), Ci sentivamo più forti (G. Bettin);
- lettura e commento del testo “Una barca nel bosco” di Paola Mastrocola.

5. Dalla poesia alla canzone
- che cos’è la poesia;
- leggere e capire la poesia: l’argomento e il tema;
- gli aspetti metrico ritmici della poesia (il verso, la strofa, la rima);
- le figure retoriche di suono (allitterazione, onomatopea);
- le figure retoriche di significato (la similitudine, la metafora, la personificazione);
- altre figure retoriche (metonimia, sinestesia, ossimoro, analogia, anastrofe, iperbato, anafora, chiasmo);
- lettura e commento delle seguenti poesie dell’antologia: Albero (D. Valeri), Il lampo (G. Pascoli), Imitazione (G. Leopardi), La festa verso l’imbrunire (S. Penna), Lei (F. Romagnoli), Amai (U. Saba);
- discussione nel blog di classe di due spezzoni tratti dai film "La tigre e la neve" e "L’attimo fuggente";
- discussione nel blog sulla poesia metasemantica: Il Lonfo di Fosco Maraini;
- ascolto e commento delle canzoni Domenica è sempre domenica, Il pescatore (De Andrè), Io vorrei non vorrei ma se vuoi (Battisti), Una canzone per te (Vasco Rossi), Fango (Jovanotti);
- ascolto e commento nel blog della canzone Emozioni (Battisti).

6. L’officina dello scrittore
- esprimersi bene: la progettazione del testo, il registro, la coerenza, la coesione, il lessico e la punteggiatura;
- i criteri di valutazione del testo: aderenza alla traccia, organizzazione del contenuto, qualità del contenuto, correttezza ortografica e morfosintattica, lessico;
- la prova scritta di italiano: prima traccia (la cronaca, il diario, la lettera), seconda traccia (tema argomentativo) e terza traccia (relazione).

7. Riflessione sulla lingua
- il verbo;
- la frase, il predicato, il soggetto;
- i sintagmi;
- la frase minima in italiano;
- l’attributo e l’apposizione;
- i complementi diretti e indiretti (complemento predicativo del soggetto, il complemento oggetto, il complemento predicativo dell’oggetto, il complemento di specificazione, partitivo, denominazione, termine, agente, causa efficiente, luogo, tempo, causa, fine, mezzo, modo, compagnia, unione, materia, argomento;
- il periodo: principale, coordinate e subordinate;
- i tipi di subordinate (causali, finali, temporali, soggettive, oggettive, interrogative indirette, relative, consecutive).
PROGRAMMA DI STORIA

Unità didattiche di apprendimento svolte

1. Unità di recupero
- la rivoluzione francese;
- Napoleone.

2. La prima metà dell’800 (I quadrimestre):
- l’età della Restaurazione (visione dell’ultima parte del film “Nell’anno del Signore” di Luigi Magni);
- la prima rivoluzione industriale;
- il trionfo della borghesia;
- il Risorgimento (visione della parte iniziale del film “Il gattopardo” di Luchino Visconti).

3. La seconda metà dell’800
- l’epoca della seconda rivoluzione industriale;
- l’Europa dopo il 1870;
- l’Italia dopo l’unità;
- gli Stati Uniti, potenza mondiale;
- l’epoca del colonialismo.

4. Grande guerra, Rivoluzione russa, totalitarismi
- masse e progresso;
- la grande guerra (lettura e commento delle poesie Veglia, Fratelli e San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti; visione del film “La grande guerra di Mario Monicelli);
- la rivoluzione russa;
- il dopoguerra e i regimi totalitari (fascismo, nazismo, stalinismo).

5. La seconda guerra mondiale e il dopoguerra
- il primo dopoguerra;
- la Seconda guerra mondiale (lettura dall’antologia del testo “Ho scoperto di essere ebreo” di Frediano Sessi, “La demolizione di un uomo” di Primo Levi, la poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi);
- l’epoca della guerra fredda;
- l’Italia nel secondo dopoguerra
- decolonizzazione e Terzo Mondo.

6. Educazione civica: progetto legalità
- l’organizzazione della Repubblica italiana;
- la Costituzione italiana;
- la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
PROGRAMMA DI GEOGRAFIA

Unità didattiche di apprendimento svolte

1. Forma, dimensione e origine della Terra
- la Terra nel sistema solare;
- la formazione della Terra;
- la storia della Terra;
- i terremoti e i vulcani;
- le terre emerse;
- le acque;
- educazione all’ambiente: l’uomo amplifica le catastrofi naturali; l’acqua dolce, un bene prezioso.

2. Gli ambienti della terra
- gli ambienti naturali e l’impatto dell’azione umana;
- le foreste pluviali;
- la savana;
- le aree temperate;
- i deserti;
- le latitudini estreme;
- educazione all’ambiente: protezione ed equilibri della natura; la desertificazione; i cambiamenti climatici; proteggere la diversità biologica.

3. La popolazione mondiale
- la crescita della popolazione;
- come cresce la popolazione nel mondo;
- le dinamiche migratorie;
- i gruppi umani;
- le lingue nel mondo;
- le religioni principali.

4. L’Asia
- l’Asia: ambiente, popolazione, economia;
- il Medio Oriente;
- il Caucaso e l’Asia centrale;
- il subcontinente indiano;
- la regione cinese e il Giappone;
- il sud – est asiatico.

5. L’America
- l’America: ambiente, popolazione, economia;
- l’America anglosassone (gli Stati Uniti);
- l’America centrale e il Messico;
- il Brasile e gli stati del versante atlantico;
- gli stati andini;
- l’America australe.

6. L’Oceania
- l’Oceania: ambiente, popolazione, economia.

7. L’Africa
- l’Africa: ambiente, popolazione, economia;
- l’Africa settentrionale.

8. Il sistema geopolitico mondiale
- un’epoca di grandi cambiamenti;
- guerre e conflitti dei nostri tempi;
- l’Onu e le organizzazioni internazionali;
- attualità: diritti umani calpestati.

9. Educazione alla mondialità
- incontro con la dott.ssa Polo (Bangladesh);
- incontro con la Cooperativa Pace e Sviluppo (Nord e Sud del mondo, commercio equo solidale).
Buon lavoro!!
La prof.

sabato 6 giugno 2009

lettera di una prof.

Ciao ragazzi, vi scrivo queste parole perchè non so se riuscirei a dirvi a voce tutto quello che mi passa per la testa in questo momento. Tra poco passeremo le ultime tre ore insieme di questo anno scolastico... Eh sì, sono passati già nove mesi dal primo giorno di scuola. Ve lo ricordate? Io sì. Ero molto emozionata. Avevo una gran voglia di conoscervi, perchè da quindici giorni i colleghi continuavano a parlarmi di voi e io guardavo i vostri nomi scritti sul registro e non vedevo l'ora di associare ad ogni nome una faccia. Poi ci siamo finalmente visti e ho avvertito subito che non sarebbe stato facile entrare in relazione con voi. Mi guardavate con gli occhi spauriti, non parlavate e io mi sentivo un extraterrestre! Diciamo che non è stato amore a prima vista... Nonostante questo inizio un po' traumatico per tutti, oggi siamo qui e credo che tutti noi siamo diversi da come eravamo quel 15 settembre 2008. Sicuramente voi siete diversi. Siete cresciuti, lo sapete? Non solo in altezza, ma come persone. Siete diventati grandi. In questo anno avete imparato per la prima volta a decidere del vostro futuro scegliendo la scuola superiore e avete imparato a lavorare per un obiettivo finale, cioè per gli esami. Nonostante vi avessi annunciato tutto ciò fin dall'inizio, credo che nessuno di voi si immaginasse che questo percorso sarebbe stato così impegnativo. Non è tutto. Avete imparato a discutere tra di voi anche su temi importanti, avete imparato a confrontarvi, a esprimere un giudizio e a motivarlo. Non è poco. Ma non è ancora tutto. Credo che il lavoro più grande l'abbiate fatto sulle vostre emozioni, sul vostro sentirvi una classe, un gruppo che lavora assieme e che cresce assieme. Ricordo che uno dei primi giorni di scuola vi ho detto che la scuola la fanno gli studenti, non i professori e che se voi non capivate perchè stavate seduti sul vostro banchetto, non avreste mai imparato niente. Nessuna reazione, nessun commento, nada de nada. Bene, ho pensato, credo che dovrò rimboccarmi le maniche! Quanto ho parlato in questi nove mesi... ho cercato tutte le parole che conoscevo per togliere dai vostri sguardi l'indifferenza, la noia, per comunicarvi il mio entusiasmo e farvi sentire protagonisti. Confesso che stavo per rinunciare, dopo la gita, dopo il blog,... Ad un certo punto ero così avvilita che ho pensato che non ce l'avrei fatta. Ed è stato proprio allora che ho realizzato la storiella dell'orto e delle piantine. Quando ve l'ho raccontata ho visto che vi eravate svegliati e ho ricominciato a sperare... Avevate così tanto bisogno del sole, com'è che non l'ho capito prima!! Oggi penso che siate fioriti e che i primi frutti li abbiate dati durante questa bellissima serata. Mi avete fatto un grande regalo: vi ho visti uniti come non era mai successo prima, emozionati, felici. Guardandovi ho sentito un brivido, eravate così belli... e mi sembrava così naturale, ad un certo punto, stare in mezzo a voi. Questa sera siamo diventati una vera classe e di questo io vi ringrazio.
Vi abbraccio.

La prof.

lunedì 1 giugno 2009

Dossier di storia... per gli esami (e non solo). Unità 4: La seconda guerra mondiale e il dopoguerra

Ecco l'ultima parte del dossier di storia per gli esami... Ora è veramente tutto!


(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. La crisi del '29.


Nel 1929 negli USA e in tutti i paesi più industrializzati ha inizio una grave crisi economica che passa alla storia come "grande depressione". A risentire di più della crisi sono i lavoratori, colpiti dalla sisoccupazione. In questa foto del 1937 di M. Bourke - White intitolata Al tempo del Louiseville Flood, sono raffigurati, in alto, il volto di un padre di famiglia, alla guida di un'auto, che sorride da un cartellone pubblicitario; accanto a lui la moglie e i figli, tutti felici. In basso, uomini e donne, dall'espressione cupa e rassegnata, in una lunga fila di disoccupati. L'immagine descrive bene lo stato d'animo della gente negli anni della grande depressione: c'è un forte contrasto tra le speranze di ieri (il grande sviluppo degli "anni folli") e i drammatici problemi dell'oggi (la crisi economica). La scritta in nero recita: "Il più alto livello di vita al mondo". Una famiglia americana bella, elegante e spensierata è a bordo della propria auto. Nella scritta a fianco si legge: "non c'è altra via che quella americana" e la via di cui si parla è quella che porta al benessere, di cui l'auto è il simbolo. Alla fine del '29, tuttavia, la ricchezza, che era parsa alla portata di tutti, sembra un miraggio irraggiungibile. I disoccupati aspettano il loro turno per ricevere un po' di pane, distribuito da qualche associazione caritatevole.





(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. Disoccupati che cercano un lavoro.










(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. La guerra civile spagnola (1936 - 1939). Durante la guerra civile spagnola, italiani e tedeschi intervennero in aiuto del generale Franco. I tedeschi bombardarono dagli aerei la città di Guernica, dove centinaia di civili trovarono la morte. Il mondo fu scosso dall'orrore di questo fatto anche grazie al famoso dipinto di Pablo Picasso, Guernica, che diventò il simbolo della barbarie nazifascista. Picasso era stato nominato da poco direttore del museo del Prado ed ebbe l'incarico di dipingere un'opera di grandi dimensioni per il padiglione spagnolo all'esposizione universale del 1937, che si tenne a Parigi. Avuta la notizia del bombardamento di Guernica, il pittore decise di dedicare la sua opera a quell'evento, anche per confermare la sua posizione politica antifranchista. L'opera non ebbe molto successo in quesll'occasione. In seguito fu esposta in varie città europee e americane per raccogliere fondi per i profughi democratici diventando molto nota. Negli anni Sessanta cominciò a diventare il simbolo degli orrori di tutte le guerre. In questo dipinto, quasi privo di colore, l'artista sembra ispirarsi alle antiche miniaturemedievali che rafficuravano l'Apocalisse: non illustra direttamente l'orrore della guerra, ma lo rappresenta con simboli e con figure spezzate e drammaticamente espressive.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'Asse Roma - Berlino - Tokio. Mussolini e Hitler nel 1937 a Monaco durante una parata nazionalsocialista.












(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'invasione della Polonia. Nella foto, truppe tedesche sfilano per le stade della città di Varsavia.









(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. la battaglia d'Inghilterra. Nella foto, Londra dopo i bombardamenti tedeschi del 1940.













(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'entrata in guerra dell'Italia. Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiara la guerra alla Francia e all'Inghilterra. Nella foto il Duce annuncia la guerra alla folla radunata in piazza Venezia a Roma.
Discorso di Mussolini:
Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate!Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano...
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano... Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gi è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferramente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano.Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutele ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee.Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.
Italiani!
In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate. In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore (la moltitudine prorompe in grandi acclamazioni all'indirizzo di Casa Savoia), che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata. L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.
Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Pearl Harbor. Fin dall'inizio degli anni Trenta il Giappone aveva inseguito il progetto di espandersi in Estremo Oriente. Le sconfitte subite dalle potenze europee (Francia, Olanda, Inghilterra) avevano reso più incerto il controllo che esse avevano sui loro possedimenti coloniali in Asia e i giapponesi si convinsero di poter approfittare di questa situazione vantaggiosa. Nel 1940 il Giappone occupò l'Indocina (sottraendola alla Francia) e firmò con l'Italia e la Germania il Patto Tripartito. Con questo accordo i tre paesi dichiaravano i propri progetti di dominio mondiale (il Giappone in Asia, l'Italia e la Germania in Europa). Gli USA avevano guardato con un certo distacco alle vicende che avevano portato l'Europa alla guerra, poi, però, le vittore della Germania e le ire espansionistiche del Giappone nel Pacifico, avevano cominciato a suscitare preoccupazione. Così gli USA cominciarono, dal 1941, ad aiutare l'Inghilterra con armi e rifornimenti. All'alba del 7 dicembre 1941 i giapponesi attaccarono di sorpresa la flotta americana ancorata nella baia di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Tutte le 88 navi statunitensi furono colpite, vennero distrutti circa 230 aerei e ci furono circa 4000 vittime. Anche gli USA vennero trascinati, quindi, nel conflitto. Nella foto, la base americana di Pearl Harbor dopo l'attacco dei bombardieri giapponesi.



(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sterminio degli Ebrei. L'ingresso al campo di concentamento di Auschwitz con il cinico motto "il lavoro rende liberi".









(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sterminio degli Ebrei.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943. Il 10 luglio 1940 le prime truppe anglo - americane sbarcarono in Sicilia. Nella famosa foto di robert Capa, un contadino siciliano fornisce informazioni sulle postazioni dei tedeschi a un soldato americano.







(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La resistenza. La lotta partigiana coinvolse circa 300.000 combattenti, di cui 35.000 caddero sul campo. Al di là degli aspetti militari, il suo significato più duraturo va ricercato sul piano dei valori civili: quast'esperienza di sangue convinse gli Italiani del valore supremo della democrazia, per cui valeva la pena di combattere. La resistenza non fu una rivolta contro l'occupazione straniera, ma anche una guerra civile per far trionfare i valori della libertà e del pluralismo contro la sopraffazione fascista.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sbrco in Normandia. Il 6 giugno 1944 le truppe anglo - americane sbarcano sulle coste della Normandia.












(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La liberazione in Italia. Nell'aprile del 1945 l'Italia del Nord fu liberata. Quando il Duce comprese che la guerra era perduta tentò la fuga verso la Svizzera, ma a Dongo, ni pressi di Como, i partigiani lo riconobbero e lo arrestarono. Il 28 aprile Mussolini fu fucilato insieme alla sua amante, Claretta Petacci, e ad alcuni gerarchi: i loro cadaveri furono trasportati a Milano ed esposti alla folla a piazzale Loreto, dove un anno prima i fascisti avevano fucilato quindici partigiani. Questo fu l'ultimo atto, ufficialmente, della Resistenza, anche se le esecuzioni sommarie e illegali di fascisti continuarono per molto tempo alla fine della guerra.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La bomba atomica. Il 6 agosto 1945 il presidente americano Truman ordinò di scanciare la bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima provocando la morte di 90.000 persone. Tre giorni dopo fu colpita la città di Nagasaki (90.000 morti). Il 2 settembre 1945 il Giappone si arrese.






(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. La conferenza di Yalta. Churcill, Roosvelt e Stalin a Yalta nel febbraio del 1945. Oltre a discutere la strategia per porre termine al conflitto, si affrontò anche il problema dell'assetto del mondo dopo la pace.







(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, USA e URSS si contendono il dominio mondiale. Entrambe si lanciano in una affannosa corsa agli armamenti, si dotano di armi sempre più distruttive, tuttavia, malgrado le minacce reciproche, non arrivano allo scontro diretto. E' la cosiddetta "guerra fredda". La Germania, dopo la sconfitta del nazismo, è stata smembrata in quattro parti, seguendo, come criterio di spartizione tra le potenze vincitrici, le aree che i diversi eserciti sono riusciti ad occupare alla fine della guerra. così la parte orientale si è ritrovata sotto il controllo dell'URSS, quella occidentale degli angloamericani e dei francesi. La stessa sorte è toccata alla città di Berlino (anche se essa si trova territorialmente nell'area sovietica. Il popolo tedesco è così diviso in due diversi Stati, sotto due diversi regimi politici. In questo cartello, nella città di Berlino, si legge "State lasciando il territorio americano". La scritta è ripetuta in più lingue. Berlino diventa il simbolo più evidente della guerra fredda: nella stessa città, infatti, si confrontano due mondi separati e contrapposti, che seguono sistemi economici, principi politici e ideologici molto diversi. Dentro queste divisioni vivono i berlinesi con le difficoltà del dopoguerra e i problemi della ricostruzione. E, dal 1961, con il dramma del muro che divide in due la città, le famiglie, l'Europa.



(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Kennedy e Kruscev. La foto ritrae il presidente degli Stati Uniti e quello dell'Unione Sovietica in un incontro a Vienna nel 1961. A questi due importanti uomini politici si deve il tentativo di arrivare ad una "coesistenza pacifica" fra i due blocchi contrapposti, ad un clima di "distensione".









(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Papa Giovanni XXIII. Un altro protagonista degli anni Sessanta e delle speranze di pace che segnarono quel periodo fu Papa Giovanni XXIII (Angelo Roncalli). Una delle sue encicliche, Pacem in Terris (1963), ebbe una grande risonanza: affermava il diritto dei popoli delle colonie all'indipendenza e condannava il razzismo. Si soffermava in particolare sulla pace: metteva in guardia sul pericolo della corsa agli armamenti atomici e richiamava gli uomini e gli Stati a ricercare il dialogo e a costruire una reciproca fiducia. Nell'ottobre del 1962 convocò il Concilio Vaticano II, che si sarebbe concluso nel 1965, due anni dopo la sua morte. Il mondo stava cambiano rapidamente e con esso anche le esigenze e il modo di pensare delle persone e il Papa era convinto che la Chiesa, attraverso l'assemblea dei suoi vescovi, dovesse rinnovarsi, per stare al passo con i tempi e rispondere alle sfide della modernità.


(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Il problema razziale negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti i movimenti di protesta negli anni Sessanta e Settanta, i movimenti di protesta affrontarono il problema razziale. La popolazione di colore era più povera di quella bianca, più gravemente colpita dalla disoccupazione e dalla delinquenza e, inoltre, era discriminata per legge (soprattutto negli stati del Sud). Dopo la fine della seconda guerra mondiale, i neri cominciarono a ribellarsi alla segregazione e a chiedere la parità dei diritti attraverso movimenti per i diritti civili dei neri. Sotto la presidenza di Kennedy e del suo successore Johnson, il governo federaleriuscì a imporre ai singoli stati di abrogare le leggi di segregazione, mettendo legalmente fine alla discriminazione razziale. Il più famoso dei leader della comunità nera fu Martin Luther King, unpastore protestante che si battè con estremo coraggio cercando di mantenere la protesta entro limiti non violenti . Egli fu assassinato da un fanatico razzista nel 1968. Nella foto si vede un'immensa folla che ascolta il discorso di Martin Luther King a Washington nel 1962.


(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. La nascita della Repubblica. Subito dopo la Liberazione, il governo fu assunto dai partiti che avevano dato vita al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). La principale questione politica era quella istituzionale: bisognava stabilire quale forma di governo avrebbe assunto l'Italia. La scelta fu lasciata a un referendum: il 2 giugno 1946 gli italiani votarono per scegliere tra monarchia e repubblica. Nello stesso giorno si votò anche per eleggere i membri dell'Assemblea costituente, incaricata di scrivere l nuova costituzione. Per la prima volta in Italia votarono anche le donne. Il referendum fu vinto dalla repubblica (12.700.000 voti contro 10.700.000). Umberto di Savoia partì in esilio. Enrico De Nicola fu nominati Presidente provvisori della Repubblica.


(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. La Costituzione. Promulgata alla fine di dicembre dal Presidente della Repubblica De Nicola, la nuova Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948 e fece dell'Italia uno stato libero e democratico. Nel mese di maggio Luigi Einaudi divenne il primo presidente della Repubblica italiana. Nella foto la firma della Costituzione, il 27 dicembre 1947.




(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. Il boom economico.
A sinistra un manifesto del 1955 realizzato da F. Casorati. La nascita e la diffusione della FIAT 600 trasformò la società italiana. A destra il monoscopio della Rai che compariva sullo schermo della TV prima dell'inizio delle trasmissioni. In Italia la prima trasmissione televisiva fu mandata in onda il 3 gennaio 1954 dalla Rai Radiotelevisione italiana. Esisteva un solo canale e i programmi erano in bianco e nero. Gli apparecchi televisivi erano un lusso che solo i più ricchi potevano permettersi, ma la TV si diffuse rapidamente in tutta Italia. Nei primi anni in TV si vedevano giochi a premi, spettacoli musicali, programmi sportivi, dibattiti politici, notiziari. Guardare la TV era un momneto di incontro: ci si recava a casa di amici e parenti, oppure al bar e in altri locali pubblici. La televisione diffuse in tutti i ceti sociali gli stessi gusti, le stesse mode, gli stessi valori. Contribuì all'affermazione del consumismo. Consumare, cioè comprare, ciò che la moda suggeriva divenne un'aspirazione, un modo per sentirsi veramente appagati. La pubblicità aveva un ruolo fondamentale in tutto ciò. Inizialmente fu concentrata in un programma apposito, Carosello (1957), che andava in onda dopo il telegiornale della sera e durava circa mezz'ora. I prodotti venivano publicizzati attraverso cartoni animati e scenette interpretate da pupazzi. La marca del prodotto compariva solo all'inizio e alla fine dello spot.


(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. L'India. Nella foto Ghandi, guida della lotta per l'indipendenza all'insegna della non violenza, della resistenza passiva e della disobbedienza civile.















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La Cina. Nella foto Mao, fondatore della Repubblica Popolare Cinese (1949)
















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La nascita dello Stato di Israele. Nella foto la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948.












(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La guerra del Vietnam.


















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La rivoluzione cubana. Nella foto Fidel Castro e Ernesto Che Guevara.







domenica 31 maggio 2009

Dossier di storia... per gli esami (e non solo). Unità 3: Grande Guerra e Rivoluzione russa

Ecco la terza unità... Per quanto riguarda i totalitarismi (fascismo, nazismo, stalinismo) fate riferimento agli approfondimenti già pubblicati.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il taylorismo.
Nelle fabbriche, a partire dal 1893, prese piede un nuovo modo di organizzare il lavoro che prese il nome di taylorismo dal suo "inventore", F. Taylor. La lavorazione di un prodotto fu divisa in tante fasi. Ognuna di esse fu affidata a un singolo operaio incaricato di svolgere un numero limitato e preciso di operazioni in un tempo stabilito dalla direzione dell'azienda in base alla velocità delle macchine. Tutto ciò permetteva di risparmiare tempo e di produrre di più e a costi più bassi che in passato. Questa organizzazione scientifica del lavoro fu applicata fin dai primi anni del '900 con successo straordinario in una fabbrica automobilistica di Detroit (USA) di proprietà di H. Ford. Nella foto, operai al lavoro in una catena di montaggio nel 1913.


(1) MASSE E PROGRESSO. Le suffragette. Negli ultimi decenni dell'800 i governi di diversi paesi riformarono i loro sistemi elettorali concedendo il diritto di voto a fasce sempre più ampie della popolazione. Queste riforme però escludevano ovunque le donne. Per la legge le donne erano "cittadine a metà". Finchè erano nubili si trovavano sotto la tutela del padre, poi, da sposate, erano i mariti a prendere per loro le decisioni più importanti. Un numero sempre crescente di donne aveva iniziato a lavorare, ma venivano pagate meno degli uomini. Anche nel campo dell'istruzione le donne borghesi ricevevano un'istruzione meno accurata degli uomini: difficilmente frequentavano l'università e non potevano accedere alle professioni più prestigiose. Il loro compito principale era diventare mogli e madri e dedicarsi alla famiglia. Tra l'800 e il '900 in molti paesi (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia) nacquero movimenti di donne decise a battersi per conquistare i diritti fino ad allora negati. Suffrafiste o suffragette furono definite le donne che lottavano per ottenere il diritto di voto. In Gran Bretagna le donne andarono a votare pe la prima volta nel 1918, negli USA nel 1920, in Francia nel 1945, in Italia nel 1946. Nella foto l'arresto di una suffragetta.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il quarto stato. Il quadro del pittore piemontese Pellizza da Volpedo (1901) è diventato il simbolo dell'avanzata del proletariato tra il XIX e il XX secolo. Si intitola Il quarto stato. All'inizio dell'800 i borghesi (il terzo stato durante la rivoluzione francese) avevano raggiunto il potere. Restava il problema del riscatto sociale del proletariato e del mondo contadino, che in questa opera sono rappresentati come soggetti politici protagonisti della storia e non più vittime di essa. La forza simbolica del quadro viene dalla potenza della marcia del popolo dei lavoratori che sembra uscire dal quadro: una potenza suscitata dalla compostezza e dalla sicurezza del corteo. In primo piano ci sono due uomini, uno più giovane e uno più anziano, e una donna con un bambino (sintomo della crescente rilevanza della "questione femminile").








(1) MASSE E PROGRESSO. La prima automobile FIAT ad essere esportata e venduta all'estero: il modello 12/16 HP del 1902, il telefono e la radio.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il cinema.
Il divertimento che più contribuì a dare vita a una cultura popolare fu il cinema. La prima proiezione cinematografica fu realizzata dai fratelli Lumiere nel 1895 a Parigi. La loro invenzione ebbe un successo strepitoso. I primi film erano in bianco e nero e muti: gli attori si esprimevano a gesti, accompagnati da un sottofondo musicale.





(2) LA GRANDE GUERRA. Giovanni Giolitti.









(2) LA GRANDE GUERRA. L'attentato di Sarajevo.
Il disegno di A. Beltrame per la copertina de "La Domenica del Corriere" rappresenta l'omicidio del duca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914.








(2) LA GRANDE GUERRA. La propaganda di guerra. Allo scoppio della guerra i giornali cercavano di orientare l'opinione pubblica a favore del conflitto. In questo modo strati sociali assai vasti aderirono alla causa della guerra. A tal fine si perfezionarono anche le tecniche pubblicitarie che si rivelarono un mezzo di persuasione molto efficace. In queste immagini vediamo un manifesto che invita al prestito di guerra per aiutare lo sforzo bellico italiano e un manifesto a favore dell'arruolamento americano.


(2) LA GRANDE GUERRA. La guerra di trincea. Gli eserciti in campo erano così immensi che i combattimenti divamparono sull'intera lunghezza dei confini fra le potenze nemiche. La potenza delle armi da fuoco era così tremenda che l'unica possibilità di sopravvivere consisteva nel trincerarsi in posizioni difensive scavate nel terreno, mentre uscire allo scoperto e attaccare era quasi un suicidio. Su tutti i fronti gli eserciti contrapposti trascorsero anni inchiodati nelle loro trincee, protette da reticolati di filo spinato e dissanguandosi in spaventose offensive che permettevano di conquistare pochi chilometri di terreno. Vivere nelle trincee significava combattere non solo col nemico, ma con l'umidità e la sporcizia, i topi, i pidocchi e le malattie.

(2) LA GRANDE GUERRA. Giuseppe Ungaretti.
Il poeta, convinto interventista, si arruolò come volontario in un reparto di fanteria e partecipò ai durissimi combattimenti nelle trincee sul Carso. Il contatto diretto con le atrocità della guerra fu per lui sconvolgente. Immerso nella violenza del conflitto e nel contatto quoridiano con la morte scrisse le sue brevi ma intense poesie in cui elaborò una desolata riflesione sulla fragilità della vita umana, sulla precarietà e sul dolore dell'esistenza. Ogni poesia reca l'indicazione della data e del luogo in cui è stata scritta.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915


Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli


San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato



(3) LA RIVOLUZIONE RUSSA. Lenin.
Vladimir Ilic Uljanov, figlio di un funzionario che godeva della nobiltà accordata dallo zar a tutti gli alti impiegati dello stato, divenne, sulla scia del fratello, un rivoluzionario di professione e aderì all'ala rivoluzionaria del Partito Socialista, i bolscevichi. Divenne famoso con lo pseudonimo Lenin. Ricercato dalla polizia zarista visse a lungoin clandestinità e poi in esilio. Caduto il regime zarista tornò in Russia e diresse la rivoluzione e la successiva guerra civile con ferrea energia e spietata durezza. Morì nel 1924. Il suo corpo, imbalsamato, fu esposto in un mausoleo sulla Piazza Rossa di Mosca. In questa immagine Lenin incita il popolo alla rivoluzione dominandolo con il gesto e con la parola. La propaganda sovietica lo esaltava come il più grande genio che l'umanità avesse mai prodotto e fino alla caduta del comunismo, nel 1989, i suoi ritratti, spesso sotto forma di statue colossali, si trovavano dappertutto in Unione Sovietica e negli altri paesi comunisti.



(3) LA RIVOLUZIONE RUSSA. L'uso politico della fotografia. Negli anni Trenta i ritratti di Stalin cominciarono ad affiancarsi dappertutto a quelli di Lenin. Il dittatore si presentava come il degno successore di Lenin e come leader della della rivoluzione d'ottobre: tutti gli altri capi, a cominciare da Trotskij, vennero dimenticati. La propaganda arrivò a tal punto da modificare le fotografie del tempo per far sparire gli avversari di Stalin. In queste due immagini Lenin tiene un discorso alle truppe nel 1920: sulle scale della tribuna nella prima foto, compaiono Trotskij e Kamanev. La foto venne riutilizzata nel periodo staliniano, ma come si vede nella seconda, i due nemici politici di Stalin sono scomparsi (il primo fu ucciso dai sicari di Stalin nel 1940, il secondo venne condattato a morte nel 1936).