(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Karl Marx
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Il manifesto del Partito comunista.
Lo scopo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato.
Le proposizioni teoriche dei comunisti non poggiano affatto su idee, su principi inventati o scoperti da questo o quel riformatore del mondo.
Esse sono semplicemente espressioni generali di rapporti di fatto di una esistente lotta di classi, cioè di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi. L'abolizione di rapporti di proprietà esistiti fino a un dato momento non è qualcosa di distintivo peculiare del comunismo.
Tutti i rapporti di proprietà sono stati soggetti a continui cambiamenti storici, a una continua alterazione storica.
Per esempio, la rivoluzione francese abolì la proprietà feudale in favore di quella borghese.
Quel che contraddistingue il comunismo non è l'abolizione della proprietà in generale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.
Ma la proprietà privata borghese moderna è l'ultima e la più perfetta espressione della produzione e dell'appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.
In questo senso i comunisti possono riassumere la loro teoria nella frase: abolizione della proprietà privata.
In una parola: i comunisti appoggiano dappertutto ogni movimento rivoluzionario diretto contro le situazioni sociali e politiche attuali.
Entro tutti questi movimenti essi mettono in rilievo, come problema fondamentale del movimento, il problema della proprietà, qualsiasi forma, più o meno sviluppata, esso possa avere assunto.
Infine, i comunisti lavorano dappertutto al collegamento e all'intesa dei partiti democratici di tutti i paesi.
I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Dichiarano apertamente che i loro fini possono esser raggiunti soltanto col rovesciamento violento di tutto l'ordinamento sociale finora esistente. Le classi dominanti tremino al pensiero d'una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare.
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Michail Bakunin.
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Enciclica Rerum Novarum
... i socialisti, attizzando nei poveri l'odio ai ricchi, pretendono si debba abolire la proprietà, e far di tutti i particolari patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mezzo del municipio e dello stato. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l'eguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono che il male sia radicalmente riparato... Il peggio si è che il rimedio da costoro proposto è una aperta ingiustizia, giacché la proprietà privata è diritto di natura... È quindi giusto che il governo s'interessi dell'operaio, facendo si che egli partecipi ín qualche misura di quella ricchezza che esso medesimo produce, cosicché abbia vitto, vestito e un genere di vita meno disagiato... Principalissimo è questo: i governi devono per mezzo di sagge leggi assicurare la proprietà privata... Intervenga dunque l'autorità dello Stato e, posto freno ai sobillatori, preservi i buoni operai dal pericolo della seduzione e i legittimi padroni da quello dello spogliamento..."
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. La produzione dell'acciaio con il metodo Bessener.
Un acciaio di buona qualità si ottenne per opera di una tecnica ideata da Henry Bessemer nel 1855 e utilizzato fino al 1950. La ghisa proveniente dall'altoforno viene inserita nel "convertitore" Bessemer, un forno che può essere inclinato lateralmente per il suo caricamento e per la colata dell'acciaio. Vengono soffiate, dal basso, grandi quantità di aria attraverso la massa fusa, in modo che l'ossigeno in essa contenuto riduca la quantità di carbonio della ghisa e si combini con le impurità, trasformandole in scorie solide galleggianti, facilmente asportabili.
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Il Crystal Palace (Londra, 1851)
L’opera, ideata da Joseph Paxton, giardiniere e costruttore di serre, consisteva in una struttura di ferro e vetro lunga 1848 piedi e larga 408. Il fatto che sia la struttura in ferro sia i pannelli in vetro fossero prefabbricati e intercambiabili abbreviò i tempi della realizzazione (soltanto sei mesi circa) e rappresentò un’assoluta novità per le tecniche costruttive dell’epoca. La struttura, un unico grande padiglione di un’estensione di diciannove acri, rappresentò una delle maggiori attrazioni mai ricordata in una Esposizione.
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Illuminazione elettrica del corso Vittorio Emanuele, 27 aprile 1884.
(1) L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. La costruzione della Tour Eiffel a Parigi (1899)
(2) L'EUROPA DOPO IL 1870. L'incoronazione di Guglielmo I. In questo dipinto di Anton Von Werner viene rappresentata l'incoronazione di Guglielmo I a imperatore di Germania. La cerimonia si tenne nel gennaio 1871 nella reggia di Versailles, simbolo della Francia, durante l'occupazione tedesca. L'imperatore è al centro della scena, davanti a lui, con l'uniforme bianca, il cancelliere Bismarck. La proclamazione avviene alla presenza degli alti gradi dell'esercito, formati dall'aristocrazia tedesca: gli ufficiali hanno le sciabole alzate in segno di gioia.
(2) L'EUROPA DOPO IL 1870. La Triplice Alleanza.
In questa vignetta umoristica del 1887 vengono rappresentati Crispi, Bismarck e il ministro degli esteri Kalnoky. Il concertino che stanno eseguendo i ministri di Italia, Germania e Austria è l'accordo difensivo della Triplice alleanza. Il concerto è diretto da Bismarck, mentre gli altri due prestano grande attenzione alla musica, come dimostra il loro enorme orecchio. Dietro la tenda spuntano le scarpe degli altri protagonisti della scena politica europea (francesi, inglesi, turchi e russi) che sono costretti a fare da spettatori al concerto dei tre.
(2) L'EUROPA DOPO IL 1870. La Comune di Parigi. In questa immagine viene rappresentato l'abbattimento della colonna Vendome nel periodo della Comune di Parigi. Un decreto emanato il 12 aprile 1871 mise in chiaro la sfida che il governo rivoluzionario parigino lanciava a tutti i potenti. Stabilì che la statua di Napoleone I, che Napoleone III aveva fatto erigere al centro di Place Vendome, fosse abbattuta in quanto "era un simbolo di forza bruta e di falsa gloria, un'affermazione del militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attentato perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica francese, la Fraternità".
(3) L'EUROPA DOPO IL 1870. La regina Vittoria
(3) L'ITALIA DOPO L'UNITA'. La questione romana e la terza guerra di indipendenza.
La foto ritrae la breccia di Porta Pia attraverso cui i bersaglieri entrarono a Roma il 20 settembre 1870.
(3) L'IATALIA DOPO L'UNITA'. La questione meridionale: il brigantaggio.
In questa foto è raffigurata una banda di briganti.
(3) L'ITALIA DOPO L'UNITA'. Il fenomeno dell'emigrazione.
In questa foto si vedono gli emigranti al porto di Napoli (1880).
(4) GLI STATI UNITI, POTENZA MONDIALE. Il presidente Abraham Lincoln.
(5) L'EPOCA DEL COLONIALISMO. La spartizione dell'Africa. Durante la conferenza tenutasi a Berlino nel 1884 - 85, gli europei realizzarono una vera e propria spartizione del continente africano creando degli stati artificiali per cui popolazioni tradizionalmente nemiche erano costrette a convivere, mentre altre, pur avendo la stessa lingua e la stessa storia, venivano divise. Molte tribù entrarono in conflitto tra di loro. Le conseguenze di queste scelte sono ancora oggi alla base delle guerre che si combattono in questo paese.
In questa immagine è ritratta, sotto forma di caricatura, l'Africa che viene smembrata dall'Europa.
(5) L'EPOCA DEL COLONIALISMO. La spartizione della Cina. In questa vignetta francese la Cina è rappresentata come un'immensa torta che le grandi potenze si preparano a spartirsi: la regina Vittoria d'Inghilterra, l'imperatore di Germania Guglielmo II e lo zar di Russia Nicola II sono già a tavola. La Francia, rappresentata simbolicamente da una donna, osserva interessata. Ma c'è anche un altro convitato, un guerriero giapponese. Il banchetto dell'imperialismo non è più una faccenda solo europea.
(5) L'EPOCA DEL COLONIALISMO. Darwin e la teoria dell'evoluzione. Nel suo libro più importante, L'origine della specie (1859), il naturalista inglese Charles Darwin espose la sua teoria dell'evoluzione. Sulla base delle osservazioni fatte in un lungo viaggio nelle isole dell'Oceano Pacifico, lo scienziato dimostrò che le specie animali e vegetali non sono immutabili, ma si trasformano lentamente. Nei lunghissimi tempi dell'evoluzione le diverse specie si adattano alle condizioni dell'ambiente, modificando la loro struttura biologica in modo da conservare le caratteristiche più utili alla vita. Darwin affermò che le caratteristiche assunte dall'uomo potevano essere spiegate con la legge della selezione naturale, a partire da specie simili all'uomo, come le scimmie antropomorfe. In quello stesso periodo, grazie ai progressi della medicina e allo sviluppo della tecnica e dell'economia, gli uomini bianchi erano quelli che vivevano nelle migliori condizioni e avevano una maggiore speranza di vita. Si diffuse allora in Europa l'idea che esistesse una razza bianca superiore a tutte le altre. Si sostenne addirittura che l'espansione coloniale dell'Europa nel mondo fosse dettata dalle leggi della natura, che avevano reso quella bianca la razza più solida e più forte della specie umana. Nella seconda metà dell'800 queste idee assunsero la forma di una vera e propria ideologia, che fu chiamata darwinismo sociale: molti ritenevano che anche la vita sociale si basasse su meccanismi di selezione naturale, per cui solo i più forti e adatti potevano sopravvivere. Ma tutto questo c'entrava poco con le teorie esposte da Darwin: non era scienza naturale, ma propaganda razzista. In questa caricatura Darwin viene rappresentato come una scimmia.
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