domenica 31 maggio 2009

Dossier di storia... per gli esami (e non solo). Unità 3: Grande Guerra e Rivoluzione russa

Ecco la terza unità... Per quanto riguarda i totalitarismi (fascismo, nazismo, stalinismo) fate riferimento agli approfondimenti già pubblicati.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il taylorismo.
Nelle fabbriche, a partire dal 1893, prese piede un nuovo modo di organizzare il lavoro che prese il nome di taylorismo dal suo "inventore", F. Taylor. La lavorazione di un prodotto fu divisa in tante fasi. Ognuna di esse fu affidata a un singolo operaio incaricato di svolgere un numero limitato e preciso di operazioni in un tempo stabilito dalla direzione dell'azienda in base alla velocità delle macchine. Tutto ciò permetteva di risparmiare tempo e di produrre di più e a costi più bassi che in passato. Questa organizzazione scientifica del lavoro fu applicata fin dai primi anni del '900 con successo straordinario in una fabbrica automobilistica di Detroit (USA) di proprietà di H. Ford. Nella foto, operai al lavoro in una catena di montaggio nel 1913.


(1) MASSE E PROGRESSO. Le suffragette. Negli ultimi decenni dell'800 i governi di diversi paesi riformarono i loro sistemi elettorali concedendo il diritto di voto a fasce sempre più ampie della popolazione. Queste riforme però escludevano ovunque le donne. Per la legge le donne erano "cittadine a metà". Finchè erano nubili si trovavano sotto la tutela del padre, poi, da sposate, erano i mariti a prendere per loro le decisioni più importanti. Un numero sempre crescente di donne aveva iniziato a lavorare, ma venivano pagate meno degli uomini. Anche nel campo dell'istruzione le donne borghesi ricevevano un'istruzione meno accurata degli uomini: difficilmente frequentavano l'università e non potevano accedere alle professioni più prestigiose. Il loro compito principale era diventare mogli e madri e dedicarsi alla famiglia. Tra l'800 e il '900 in molti paesi (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia) nacquero movimenti di donne decise a battersi per conquistare i diritti fino ad allora negati. Suffrafiste o suffragette furono definite le donne che lottavano per ottenere il diritto di voto. In Gran Bretagna le donne andarono a votare pe la prima volta nel 1918, negli USA nel 1920, in Francia nel 1945, in Italia nel 1946. Nella foto l'arresto di una suffragetta.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il quarto stato. Il quadro del pittore piemontese Pellizza da Volpedo (1901) è diventato il simbolo dell'avanzata del proletariato tra il XIX e il XX secolo. Si intitola Il quarto stato. All'inizio dell'800 i borghesi (il terzo stato durante la rivoluzione francese) avevano raggiunto il potere. Restava il problema del riscatto sociale del proletariato e del mondo contadino, che in questa opera sono rappresentati come soggetti politici protagonisti della storia e non più vittime di essa. La forza simbolica del quadro viene dalla potenza della marcia del popolo dei lavoratori che sembra uscire dal quadro: una potenza suscitata dalla compostezza e dalla sicurezza del corteo. In primo piano ci sono due uomini, uno più giovane e uno più anziano, e una donna con un bambino (sintomo della crescente rilevanza della "questione femminile").








(1) MASSE E PROGRESSO. La prima automobile FIAT ad essere esportata e venduta all'estero: il modello 12/16 HP del 1902, il telefono e la radio.


(1) MASSE E PROGRESSO. Il cinema.
Il divertimento che più contribuì a dare vita a una cultura popolare fu il cinema. La prima proiezione cinematografica fu realizzata dai fratelli Lumiere nel 1895 a Parigi. La loro invenzione ebbe un successo strepitoso. I primi film erano in bianco e nero e muti: gli attori si esprimevano a gesti, accompagnati da un sottofondo musicale.





(2) LA GRANDE GUERRA. Giovanni Giolitti.









(2) LA GRANDE GUERRA. L'attentato di Sarajevo.
Il disegno di A. Beltrame per la copertina de "La Domenica del Corriere" rappresenta l'omicidio del duca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914.








(2) LA GRANDE GUERRA. La propaganda di guerra. Allo scoppio della guerra i giornali cercavano di orientare l'opinione pubblica a favore del conflitto. In questo modo strati sociali assai vasti aderirono alla causa della guerra. A tal fine si perfezionarono anche le tecniche pubblicitarie che si rivelarono un mezzo di persuasione molto efficace. In queste immagini vediamo un manifesto che invita al prestito di guerra per aiutare lo sforzo bellico italiano e un manifesto a favore dell'arruolamento americano.


(2) LA GRANDE GUERRA. La guerra di trincea. Gli eserciti in campo erano così immensi che i combattimenti divamparono sull'intera lunghezza dei confini fra le potenze nemiche. La potenza delle armi da fuoco era così tremenda che l'unica possibilità di sopravvivere consisteva nel trincerarsi in posizioni difensive scavate nel terreno, mentre uscire allo scoperto e attaccare era quasi un suicidio. Su tutti i fronti gli eserciti contrapposti trascorsero anni inchiodati nelle loro trincee, protette da reticolati di filo spinato e dissanguandosi in spaventose offensive che permettevano di conquistare pochi chilometri di terreno. Vivere nelle trincee significava combattere non solo col nemico, ma con l'umidità e la sporcizia, i topi, i pidocchi e le malattie.

(2) LA GRANDE GUERRA. Giuseppe Ungaretti.
Il poeta, convinto interventista, si arruolò come volontario in un reparto di fanteria e partecipò ai durissimi combattimenti nelle trincee sul Carso. Il contatto diretto con le atrocità della guerra fu per lui sconvolgente. Immerso nella violenza del conflitto e nel contatto quoridiano con la morte scrisse le sue brevi ma intense poesie in cui elaborò una desolata riflesione sulla fragilità della vita umana, sulla precarietà e sul dolore dell'esistenza. Ogni poesia reca l'indicazione della data e del luogo in cui è stata scritta.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915


Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli


San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato



(3) LA RIVOLUZIONE RUSSA. Lenin.
Vladimir Ilic Uljanov, figlio di un funzionario che godeva della nobiltà accordata dallo zar a tutti gli alti impiegati dello stato, divenne, sulla scia del fratello, un rivoluzionario di professione e aderì all'ala rivoluzionaria del Partito Socialista, i bolscevichi. Divenne famoso con lo pseudonimo Lenin. Ricercato dalla polizia zarista visse a lungoin clandestinità e poi in esilio. Caduto il regime zarista tornò in Russia e diresse la rivoluzione e la successiva guerra civile con ferrea energia e spietata durezza. Morì nel 1924. Il suo corpo, imbalsamato, fu esposto in un mausoleo sulla Piazza Rossa di Mosca. In questa immagine Lenin incita il popolo alla rivoluzione dominandolo con il gesto e con la parola. La propaganda sovietica lo esaltava come il più grande genio che l'umanità avesse mai prodotto e fino alla caduta del comunismo, nel 1989, i suoi ritratti, spesso sotto forma di statue colossali, si trovavano dappertutto in Unione Sovietica e negli altri paesi comunisti.



(3) LA RIVOLUZIONE RUSSA. L'uso politico della fotografia. Negli anni Trenta i ritratti di Stalin cominciarono ad affiancarsi dappertutto a quelli di Lenin. Il dittatore si presentava come il degno successore di Lenin e come leader della della rivoluzione d'ottobre: tutti gli altri capi, a cominciare da Trotskij, vennero dimenticati. La propaganda arrivò a tal punto da modificare le fotografie del tempo per far sparire gli avversari di Stalin. In queste due immagini Lenin tiene un discorso alle truppe nel 1920: sulle scale della tribuna nella prima foto, compaiono Trotskij e Kamanev. La foto venne riutilizzata nel periodo staliniano, ma come si vede nella seconda, i due nemici politici di Stalin sono scomparsi (il primo fu ucciso dai sicari di Stalin nel 1940, il secondo venne condattato a morte nel 1936).

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