lunedì 1 giugno 2009

Dossier di storia... per gli esami (e non solo). Unità 4: La seconda guerra mondiale e il dopoguerra

Ecco l'ultima parte del dossier di storia per gli esami... Ora è veramente tutto!


(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. La crisi del '29.


Nel 1929 negli USA e in tutti i paesi più industrializzati ha inizio una grave crisi economica che passa alla storia come "grande depressione". A risentire di più della crisi sono i lavoratori, colpiti dalla sisoccupazione. In questa foto del 1937 di M. Bourke - White intitolata Al tempo del Louiseville Flood, sono raffigurati, in alto, il volto di un padre di famiglia, alla guida di un'auto, che sorride da un cartellone pubblicitario; accanto a lui la moglie e i figli, tutti felici. In basso, uomini e donne, dall'espressione cupa e rassegnata, in una lunga fila di disoccupati. L'immagine descrive bene lo stato d'animo della gente negli anni della grande depressione: c'è un forte contrasto tra le speranze di ieri (il grande sviluppo degli "anni folli") e i drammatici problemi dell'oggi (la crisi economica). La scritta in nero recita: "Il più alto livello di vita al mondo". Una famiglia americana bella, elegante e spensierata è a bordo della propria auto. Nella scritta a fianco si legge: "non c'è altra via che quella americana" e la via di cui si parla è quella che porta al benessere, di cui l'auto è il simbolo. Alla fine del '29, tuttavia, la ricchezza, che era parsa alla portata di tutti, sembra un miraggio irraggiungibile. I disoccupati aspettano il loro turno per ricevere un po' di pane, distribuito da qualche associazione caritatevole.





(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. Disoccupati che cercano un lavoro.










(1) IL PRIMO DOPOGUERRA. La guerra civile spagnola (1936 - 1939). Durante la guerra civile spagnola, italiani e tedeschi intervennero in aiuto del generale Franco. I tedeschi bombardarono dagli aerei la città di Guernica, dove centinaia di civili trovarono la morte. Il mondo fu scosso dall'orrore di questo fatto anche grazie al famoso dipinto di Pablo Picasso, Guernica, che diventò il simbolo della barbarie nazifascista. Picasso era stato nominato da poco direttore del museo del Prado ed ebbe l'incarico di dipingere un'opera di grandi dimensioni per il padiglione spagnolo all'esposizione universale del 1937, che si tenne a Parigi. Avuta la notizia del bombardamento di Guernica, il pittore decise di dedicare la sua opera a quell'evento, anche per confermare la sua posizione politica antifranchista. L'opera non ebbe molto successo in quesll'occasione. In seguito fu esposta in varie città europee e americane per raccogliere fondi per i profughi democratici diventando molto nota. Negli anni Sessanta cominciò a diventare il simbolo degli orrori di tutte le guerre. In questo dipinto, quasi privo di colore, l'artista sembra ispirarsi alle antiche miniaturemedievali che rafficuravano l'Apocalisse: non illustra direttamente l'orrore della guerra, ma lo rappresenta con simboli e con figure spezzate e drammaticamente espressive.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'Asse Roma - Berlino - Tokio. Mussolini e Hitler nel 1937 a Monaco durante una parata nazionalsocialista.












(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'invasione della Polonia. Nella foto, truppe tedesche sfilano per le stade della città di Varsavia.









(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. la battaglia d'Inghilterra. Nella foto, Londra dopo i bombardamenti tedeschi del 1940.













(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. L'entrata in guerra dell'Italia. Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiara la guerra alla Francia e all'Inghilterra. Nella foto il Duce annuncia la guerra alla folla radunata in piazza Venezia a Roma.
Discorso di Mussolini:
Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate!Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano...
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano... Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gi è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferramente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano.Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutele ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee.Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.
Italiani!
In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate. In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore (la moltitudine prorompe in grandi acclamazioni all'indirizzo di Casa Savoia), che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata. L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.
Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Pearl Harbor. Fin dall'inizio degli anni Trenta il Giappone aveva inseguito il progetto di espandersi in Estremo Oriente. Le sconfitte subite dalle potenze europee (Francia, Olanda, Inghilterra) avevano reso più incerto il controllo che esse avevano sui loro possedimenti coloniali in Asia e i giapponesi si convinsero di poter approfittare di questa situazione vantaggiosa. Nel 1940 il Giappone occupò l'Indocina (sottraendola alla Francia) e firmò con l'Italia e la Germania il Patto Tripartito. Con questo accordo i tre paesi dichiaravano i propri progetti di dominio mondiale (il Giappone in Asia, l'Italia e la Germania in Europa). Gli USA avevano guardato con un certo distacco alle vicende che avevano portato l'Europa alla guerra, poi, però, le vittore della Germania e le ire espansionistiche del Giappone nel Pacifico, avevano cominciato a suscitare preoccupazione. Così gli USA cominciarono, dal 1941, ad aiutare l'Inghilterra con armi e rifornimenti. All'alba del 7 dicembre 1941 i giapponesi attaccarono di sorpresa la flotta americana ancorata nella baia di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Tutte le 88 navi statunitensi furono colpite, vennero distrutti circa 230 aerei e ci furono circa 4000 vittime. Anche gli USA vennero trascinati, quindi, nel conflitto. Nella foto, la base americana di Pearl Harbor dopo l'attacco dei bombardieri giapponesi.



(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sterminio degli Ebrei. L'ingresso al campo di concentamento di Auschwitz con il cinico motto "il lavoro rende liberi".









(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sterminio degli Ebrei.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943. Il 10 luglio 1940 le prime truppe anglo - americane sbarcarono in Sicilia. Nella famosa foto di robert Capa, un contadino siciliano fornisce informazioni sulle postazioni dei tedeschi a un soldato americano.







(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La resistenza. La lotta partigiana coinvolse circa 300.000 combattenti, di cui 35.000 caddero sul campo. Al di là degli aspetti militari, il suo significato più duraturo va ricercato sul piano dei valori civili: quast'esperienza di sangue convinse gli Italiani del valore supremo della democrazia, per cui valeva la pena di combattere. La resistenza non fu una rivolta contro l'occupazione straniera, ma anche una guerra civile per far trionfare i valori della libertà e del pluralismo contro la sopraffazione fascista.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. Lo sbrco in Normandia. Il 6 giugno 1944 le truppe anglo - americane sbarcano sulle coste della Normandia.












(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La liberazione in Italia. Nell'aprile del 1945 l'Italia del Nord fu liberata. Quando il Duce comprese che la guerra era perduta tentò la fuga verso la Svizzera, ma a Dongo, ni pressi di Como, i partigiani lo riconobbero e lo arrestarono. Il 28 aprile Mussolini fu fucilato insieme alla sua amante, Claretta Petacci, e ad alcuni gerarchi: i loro cadaveri furono trasportati a Milano ed esposti alla folla a piazzale Loreto, dove un anno prima i fascisti avevano fucilato quindici partigiani. Questo fu l'ultimo atto, ufficialmente, della Resistenza, anche se le esecuzioni sommarie e illegali di fascisti continuarono per molto tempo alla fine della guerra.


(2) LA SECONDA GUERRA MONDIALE. La bomba atomica. Il 6 agosto 1945 il presidente americano Truman ordinò di scanciare la bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima provocando la morte di 90.000 persone. Tre giorni dopo fu colpita la città di Nagasaki (90.000 morti). Il 2 settembre 1945 il Giappone si arrese.






(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. La conferenza di Yalta. Churcill, Roosvelt e Stalin a Yalta nel febbraio del 1945. Oltre a discutere la strategia per porre termine al conflitto, si affrontò anche il problema dell'assetto del mondo dopo la pace.







(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, USA e URSS si contendono il dominio mondiale. Entrambe si lanciano in una affannosa corsa agli armamenti, si dotano di armi sempre più distruttive, tuttavia, malgrado le minacce reciproche, non arrivano allo scontro diretto. E' la cosiddetta "guerra fredda". La Germania, dopo la sconfitta del nazismo, è stata smembrata in quattro parti, seguendo, come criterio di spartizione tra le potenze vincitrici, le aree che i diversi eserciti sono riusciti ad occupare alla fine della guerra. così la parte orientale si è ritrovata sotto il controllo dell'URSS, quella occidentale degli angloamericani e dei francesi. La stessa sorte è toccata alla città di Berlino (anche se essa si trova territorialmente nell'area sovietica. Il popolo tedesco è così diviso in due diversi Stati, sotto due diversi regimi politici. In questo cartello, nella città di Berlino, si legge "State lasciando il territorio americano". La scritta è ripetuta in più lingue. Berlino diventa il simbolo più evidente della guerra fredda: nella stessa città, infatti, si confrontano due mondi separati e contrapposti, che seguono sistemi economici, principi politici e ideologici molto diversi. Dentro queste divisioni vivono i berlinesi con le difficoltà del dopoguerra e i problemi della ricostruzione. E, dal 1961, con il dramma del muro che divide in due la città, le famiglie, l'Europa.



(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Kennedy e Kruscev. La foto ritrae il presidente degli Stati Uniti e quello dell'Unione Sovietica in un incontro a Vienna nel 1961. A questi due importanti uomini politici si deve il tentativo di arrivare ad una "coesistenza pacifica" fra i due blocchi contrapposti, ad un clima di "distensione".









(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Papa Giovanni XXIII. Un altro protagonista degli anni Sessanta e delle speranze di pace che segnarono quel periodo fu Papa Giovanni XXIII (Angelo Roncalli). Una delle sue encicliche, Pacem in Terris (1963), ebbe una grande risonanza: affermava il diritto dei popoli delle colonie all'indipendenza e condannava il razzismo. Si soffermava in particolare sulla pace: metteva in guardia sul pericolo della corsa agli armamenti atomici e richiamava gli uomini e gli Stati a ricercare il dialogo e a costruire una reciproca fiducia. Nell'ottobre del 1962 convocò il Concilio Vaticano II, che si sarebbe concluso nel 1965, due anni dopo la sua morte. Il mondo stava cambiano rapidamente e con esso anche le esigenze e il modo di pensare delle persone e il Papa era convinto che la Chiesa, attraverso l'assemblea dei suoi vescovi, dovesse rinnovarsi, per stare al passo con i tempi e rispondere alle sfide della modernità.


(3) L'EPOCA DELLA GUERRA FREDDA. Il problema razziale negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti i movimenti di protesta negli anni Sessanta e Settanta, i movimenti di protesta affrontarono il problema razziale. La popolazione di colore era più povera di quella bianca, più gravemente colpita dalla disoccupazione e dalla delinquenza e, inoltre, era discriminata per legge (soprattutto negli stati del Sud). Dopo la fine della seconda guerra mondiale, i neri cominciarono a ribellarsi alla segregazione e a chiedere la parità dei diritti attraverso movimenti per i diritti civili dei neri. Sotto la presidenza di Kennedy e del suo successore Johnson, il governo federaleriuscì a imporre ai singoli stati di abrogare le leggi di segregazione, mettendo legalmente fine alla discriminazione razziale. Il più famoso dei leader della comunità nera fu Martin Luther King, unpastore protestante che si battè con estremo coraggio cercando di mantenere la protesta entro limiti non violenti . Egli fu assassinato da un fanatico razzista nel 1968. Nella foto si vede un'immensa folla che ascolta il discorso di Martin Luther King a Washington nel 1962.


(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. La nascita della Repubblica. Subito dopo la Liberazione, il governo fu assunto dai partiti che avevano dato vita al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). La principale questione politica era quella istituzionale: bisognava stabilire quale forma di governo avrebbe assunto l'Italia. La scelta fu lasciata a un referendum: il 2 giugno 1946 gli italiani votarono per scegliere tra monarchia e repubblica. Nello stesso giorno si votò anche per eleggere i membri dell'Assemblea costituente, incaricata di scrivere l nuova costituzione. Per la prima volta in Italia votarono anche le donne. Il referendum fu vinto dalla repubblica (12.700.000 voti contro 10.700.000). Umberto di Savoia partì in esilio. Enrico De Nicola fu nominati Presidente provvisori della Repubblica.


(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. La Costituzione. Promulgata alla fine di dicembre dal Presidente della Repubblica De Nicola, la nuova Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948 e fece dell'Italia uno stato libero e democratico. Nel mese di maggio Luigi Einaudi divenne il primo presidente della Repubblica italiana. Nella foto la firma della Costituzione, il 27 dicembre 1947.




(4) L'ITALIA NEL SECONDO DOPOGUERRA. Il boom economico.
A sinistra un manifesto del 1955 realizzato da F. Casorati. La nascita e la diffusione della FIAT 600 trasformò la società italiana. A destra il monoscopio della Rai che compariva sullo schermo della TV prima dell'inizio delle trasmissioni. In Italia la prima trasmissione televisiva fu mandata in onda il 3 gennaio 1954 dalla Rai Radiotelevisione italiana. Esisteva un solo canale e i programmi erano in bianco e nero. Gli apparecchi televisivi erano un lusso che solo i più ricchi potevano permettersi, ma la TV si diffuse rapidamente in tutta Italia. Nei primi anni in TV si vedevano giochi a premi, spettacoli musicali, programmi sportivi, dibattiti politici, notiziari. Guardare la TV era un momneto di incontro: ci si recava a casa di amici e parenti, oppure al bar e in altri locali pubblici. La televisione diffuse in tutti i ceti sociali gli stessi gusti, le stesse mode, gli stessi valori. Contribuì all'affermazione del consumismo. Consumare, cioè comprare, ciò che la moda suggeriva divenne un'aspirazione, un modo per sentirsi veramente appagati. La pubblicità aveva un ruolo fondamentale in tutto ciò. Inizialmente fu concentrata in un programma apposito, Carosello (1957), che andava in onda dopo il telegiornale della sera e durava circa mezz'ora. I prodotti venivano publicizzati attraverso cartoni animati e scenette interpretate da pupazzi. La marca del prodotto compariva solo all'inizio e alla fine dello spot.


(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. L'India. Nella foto Ghandi, guida della lotta per l'indipendenza all'insegna della non violenza, della resistenza passiva e della disobbedienza civile.















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La Cina. Nella foto Mao, fondatore della Repubblica Popolare Cinese (1949)
















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La nascita dello Stato di Israele. Nella foto la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948.












(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La guerra del Vietnam.


















(5) DECOLONIZZAZIONE E TERZO MONDO. La rivoluzione cubana. Nella foto Fidel Castro e Ernesto Che Guevara.







5 commenti:

  1. dopo tanto tempo................è arrivato il dossier di storiaaaaa!!!!!!!!!!!!alleluia!!!!

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  2. grazie mille prof...
    la prima agli orali...
    ke sfigata...
    nn m massacrate...

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  3. grazie proff!!!!!!!!!!!
    io sono super terrorizzata degli orali credo ke avrò un gran coma prenotato.........

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  4. prof non mi torna una cosa...
    allora... i russi fanno un accordo di non aggressione con la germania in cui si spartivano la polonia. e così succede da quello che si capisce sul libro...però sulla cartina a pg.226 si vede che i nazisti avevano occupato tutta il paese...non capisco come e quando...

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  5. oddi0o come ho studiato tutti i dossier! mai studiato così tantooooooooo!!

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