martedì 5 maggio 2009

DISCORSO ALL'UMANITA'

Questo brano è tratto dal film "Il grande dittatore" di C. Chaplin (1940).

La storia si svolge tra le due guerre mondiali. Durante la grande guerra del 1918 un barbiere ebreo un po’ impacciato si trova al fronte a combattere per il suo paese, la Tomania. Aiuta un pilota d’aereo in missione a tornare in patria ma a causa di un incidente perde la memoria e finisce in una casa di cura. Trascorsi gli anni, e a causa della Grande Depressione, il popolo di Tomania facilita l’ascesa di Adenoid Hynkel il quale, convinto della supremazia della razza ariana, perseguita gli ebrei del ghetto inviando squadre di camicie grigie. Fuggito dal manicomio, il barbiere fa ritorno nella sua abitazione e trovandosi di fronte le guardie, ed essendo all’oscuro di tutto, viene salvato solo in extremis da Anna, una lavandaia, che però non riesce a salvarlo una seconda volta, quando cioè rischia di essere impiccato in strada. A salvarlo questa seconda volta è il pilota Schultz, uno dei gerarchi del nuovo governo di Hynkel. Per invadere l’Ostria, il dittatore Hynkel pensa di farsi finanziare dalla comunità ebraica ed ordina di smettere con le persecuzioni nel ghetto. Gli ebrei si convincono che le cose siano cambiate mentre tra il barbiere e la lavandaia sboccia l’amore. Poiché però la comunità ebraica si rifiuta di finanziare l’attacco all’Ostria, Hynkel ordina a Schultz nuovamente di aggredire la gente del ghetto ma il gerarca, rifiutatosi, viene fatto incarcerare. Poco dopo però si diffonde la notizia che Schultz è riuscito a fuggire e che si è nascosto nel ghetto così le camice grigie hanno il pretesto per irrompere nuovamente e, non trovando il barbiere datosi alla fuga sui tetti, gli incendiano il locale. Anna e il barbiere sognano allora di trasferirsi in Ostria. Nascosto nella cantina della lavanderia, Schultz propone di attentare alla Cancelleria ma alla fine gli ebrei del ghetto si rifiutano di rispondere con la violenza. Scoperti dall’ennesima ronda delle camice grigie, Schultz ed il barbiere vengono deportati in un campo di concentramento. Anna e la sua famiglia vanno in Ostria mentre Hynkel invita Benzino Napoloni, dittatore di Bacteria già al confine con le sue truppe, per discuterne l’invasione. Schultz ed il barbiere intanto sono riusciti a fuggire dal campo di concentramento travestiti da gerarchi di Tomania e vista l’incredibile somiglianza di quest’ultimo con Adenoid Hynkel, alcuni militari lo scambiano per il fuhrer e lo accompagnano al confine dove le truppe attendono il comando per invadere l’Ostria. Involontariamente quindi, il barbiere si ritrova a dare il via all’occupazione ed incominciano così le persecuzioni agli ebrei anche in questo paese. Una volta completata l’annessione, il finto Hynkel tiene un discorso inaspettatamente umano e gentile e, rivolgendosi ad Anna (parlando però sempre alla radio) prospetta un futuro diverso per tutti in nome della democrazia. Girato e proiettato prima della conclusione tragica della seconda guerra mondiale, il film è una lucida analisi sul tempo che scorre e sul significato di un insieme di popoli (quello tedesco e quello italiano in particolare) che avevano deciso di dichiarare guerra non solo agli stati ma ad intere razze, come quella ebrea appunto. (Fonte: NearDark)

Ne "Il grande dittatore" è rappresentata la follia umana, il dolore degli uomini, la farsa, la tragedia, la pantomima. C'è la storia degli uomini oppressi, la guerra sempre ingiusta... E poi ci sono quei sei minuti finali: una preghiera straziante per l'umanità.Tutto questo Chaplin l'ha detto più di sessant'anni fa, con il coraggio di un genio che in seguito vivrà sulla sua pelle, l'ingiustizia di essere giudicato (male) da "quelli che decidono". Perché ci vuole coraggio per fare un film così nel 1940, quando in Europa è già scoppiata la seconda guerra mondiale e Hitler è ancora lì più forte di prima. Eppure è incredibile che ancora oggi il messaggio del piccolo barbiere ebreo (non ha neanche un nome, perché è ognuno di noi), sia attualissimo, vuol dire che la stupidità umana non conosce limiti. Però la forza di lottare malgrado le ferite, il desiderio di intraprendere quella bellissima strada che è il futuro non deve lasciarci mai. (Fonte: FilmUp)

Credo che su queste parole valga la pena di riflettere...

La prof.

9 commenti:

  1. sentito da charlie chaplin e vedendo anche la sua espressione questo discorso rende molto, e chissà quel popolo cosa avrà pensato, cosa avrà detto...si sono sentiti gli applausi,l'approvazione!io questo discorso l'ho preso ,apparte come incitazione per il popolo ad imporsi sui dittatori,come un modo più originale per dire come stanno le cose e come si vorrebbe che fossero...ma purtroppo solitamente violenza chiama altra violenza sennò perchè sarebbe scoppiata una guaerra? come poteva il popolo sovrastare sulla violenza dei dittatori? tutte le loro discussione, se fossero state permesse, sarebbero comunque finite in morti...e quindi uno si chiede "perchè devo battermi per qualcosa che penso sia già perso? " (naturalmente questo il punto di vista di una persona che riteneva che la potenza dittatoriale fosse più forte)e allora le persone scappavano...e a quale scopo? la vita...già bella vita..nascosti in una lavanderia...non è questo che avrebbe bisogno un popolo, non è questo che vorrebbe...quindi io concordo con chaplin sul fatto che la democrazia è la forma di governo più adatta alla gente , permettendo di fare scelte adeguate ai bisogni del paese e dei cittadini, senza la supremazia assoluta di nessuna forza o partito.

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  2. Mi piace molto la tua riflessione, Giorgia. Credo che quando un popolo sente di aver perso la propria libertà perchè ha conosciuto la durezza della dittatura, quando cioè ha toccato il fondo, preferisca morire per la libertà piuttosto che rimanere schiavo del dittatore. Se si arriva alla rivoluzione è perchè è diventato inaccettabile vivere altrimenti... Non sempre però questo accade e ancora oggi in molti paesi il popolo vive senza la possibilità di esprimere la propria opinione e quella di associarsi a persone che la pensano nello stesso modo. In altri paesi, invece, le libertà democratiche conquistate con le rivoluzioni e quindi attraverso il sacrificio di molti uomini, non possono essere messe in discussione. Come vedi la storia non è uguale per tutti, non viaggia alla stessa velocità... La libertà si conquista attraverso la capacità di pensare con la nostra testa, ma anche questa abilità va esercitata, soprattutto oggi, in un mondo in cui non c'è un dittatore in carne ed ossa, ma ci sono ben altre forme di schiavitù di cui spesso non ci rendiamo neanche conto e che ci illudiamo, addirittura, possano renderci felici.

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  3. grazie prof. sono contenta che sia piaciuta!
    ma quando a scritto che si sono ben altre forme di schiavitù a cosa si riferisce esattamente?

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  4. Mi riferisco al fatto che oggi siamo schiavi dell'apparenza. Se non appari, non esisti. Non conta quello che pensi, quello che sei e cosa sai fare, ma solo come appari agli altri. Non è forse per questo motivo che il nostro Gaspare non è riuscito a farsi uno straccio di amico al liceo? La storia di Gaspare è la storia di molte persone: persone che hano un talento, ma che fanno fatica a dimostrare quanto valgono semplicemente perchè sono diversi dagli altri. La diversità è un valore, ma è difficile capirla, ci vuole tempo. Nella nostra società, però, non c'è tempo per riflettere, per pensare, bisogna correre, fare tutto e subito, e quindi è molto più vantaggioso essere come tutti quelli che hanno successo piuttosto che stare fuori dal coro. La dittatura dell'immagine è molto più subdola e pericolosa, perchè non ci accorgiamo che esiste e che regola le nostre vite.

    La prof. un po' sfiduciata, ma solo un po'...

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  5. pensandoci ( e ci ho pensato molto) sono riuscita a capire cosa intende con questo discorso... certo che Gaspare era diverso dagli altri e che non si è fatto degli amici per questo, è solo che secondo me chi la pensa in modo diverso non è capito e chi lo capisce segue la corrente dominante.. succede nella società ed è una cosa che, secondo me , non si può neanche togliere, perchè se non si è fatto degli amici non è solo per il fatto che non era accettato ma perchè non si imponeva sugli altri, per questo i dittatori sono riusciti a dominare il popolo, imponendosi...ma neanche questo è giusto (imporsi prepotentemente sugli altri) e non aiuterebbe sicuramente nessuno...però questa forma di "dittatura dell'immagine", secondo me, è importante perchè sennò non ci sarebbe da parte di chi è "diverso" una ribellione e non ci sarebbe più un confronto di idee, cioè ,pensando questa cosa in grande, si avrebbe una "Storia piatta" se fosse sempre stato così...per esempio gaspare sarebbe arrivato ad amare così tanto le sue piante e si sarebbe interessato così tanto a corinne, fantasticando su dilei, se si fosse trovato una compagnia a scuola? certo io ora ho guardato solo il lato positivo di questa "dittatura" perchè quelli negativi li ha spiegati lei...
    c'è comunque da dire che tra le persone ci si dovrebbe accettare per quello che si è e non sempre adattarsi agli altri perchè gli altri alla fine cosa sono? come noi...



    può sembrare un discorso incoerente ma spero di aver spiegato al meglio quello che volevo dire

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  6. a me piace molto quello che ha detto Fabrizio De André riguardo alla guerra:
    "Cari fratelli dell'altra sponda, cantammo in coro giù sulla terra; amammo in cento l'identica donna; partimmo in mille per la stessa guerra. Questo ricordo non vi consoli, quando si muore, si muore soli."
    Io però non ho capito una cosa: se il film è stato pubblicato nel 1940, quando Hitler era ancora vivo, a lui gli andava che venisse pubblicato questo film che lo prendeva in giro?

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  7. Beh Mariangela, complimenti per la citazione! La canzone è "Il testamento", una delle primissime composte da De Andrè. Il tema della guerra è presente in molte delle sue canzoni e sempre c'è l'attenzione per l'uomo, che sia il vinto oppure il vincitore, che sia schieranto da una parte piuttosto che dall'altra: i sentimenti, come la paura della morte e come l'amore sono gli stessi.
    Tornando al film, grazie per la tua osservazione. Rispondo alla tua richiesta utilizzando alcune notizie tratte da Wikipedia
    "Il film di Chaplin è una sfida coraggiosa al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due) che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo.
    La grande somiglianza fisica tra i due uomini, Chaplin e Hitler, consentì al primo di imbastire una satira grottesca del secondo, o almeno questo fu il motivo iniziale, unitamente al desiderio di esprimere il proprio disappunto per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, presagendo un futuro doloroso per l’umanità, senza mai immaginare fino in fondo la portata dell'agghiacciante follia hitleriana che presto avrebbe sconvolto il mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Chaplin ebbe a dire che se all’epoca della lavorazione del film avesse conosciuto la realtà del nazismo e le atrocità dell’olocausto, probabilmente non se la sarebbe sentita di realizzare un film che si prendesse gioco di quei criminali.
    Gli unici riferimenti non diretti nei confronti della Germania nazista, sono i nomi dei personaggi (comunque facilmente riconducibili), i simboli della "doppia X" al posto della svastica nazista, e l'uso di parole di fantasia nelle iscrizioni del ghetto ebraico (come la parola "Restauraciz" per ristorante) oppure in lingua esperanto (come "Ĉambroj" o "Vestaĵoj", in esperanto rispettivamente "Camere" e "Vestiti").
    La parodia, però, era destinata ad avere anche un'impronta politica. Anzi, fu proprio l’introduzione della tecnica del sonoro a consentire a Chaplin di trasmettere al mondo il suo pensiero e l’inequivocabile presa di posizione contro la follia nazista, affidando al discorso finale([1]) del barbiere ebreo l’utopia anarchica della liberazione dell’uomo da ogni forma di sudditanza e sfruttamento e dunque la speranza in un mondo migliore, che sarà però smentita dal precipitare degli eventi successivi.
    Questa presa di posizione parve ad un certo punto pregiudicare l’esito della lavorazione del film allorché alcune frange della società americana di tendenza filo-nazista, in un periodo in cui anche la politica americana era improntata al non interventismo e alla preservazione della non belligeranza con la Germania, gli fecero pervenire poco velati messaggi di disapprovazione e suggerimenti a soprassedere.
    La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si puntó su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l’America doveva fare i conti.
    Il film uscì in Italia per la prima volta nel 1944 al centro e al sud e nel 1945 al nord (ritardo in quanto nell'anno precedente il nord Italia era dominato dalla Repubblica Sociale Italiana con regime fascista che impedi la diffusione del film inizialmente) la versione era integrale e sottotitolata." Aggiungo solo che sicuramente l'aver girato questo film a ridosso della guerra e senza sapere che molte cose si sarebbero avverate avrà creato non pochi problemi a Chaplin. Non si sa, inoltre, se Hitler abbia mai visto questo film.

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  8. prof...sinceramente nn ho capito molto bene questo video e questo dicorso...il discorso si dai...quello ke vuole dire l'ho capito...
    ma come mai tutti sti bei ideali "libertè legalitè fraternitè" (XDXD) proprio da hitler, colui che ha distrutto tante famiglie e che ha dato tanto dolore?che ha fatto tutta sta discriminazione!?
    Se questo discorso è stato fatto prima della dittatura potrebbe essere che voleva solo farsi ben volere?!e poi faceva tutto quello ke voleva?!
    insomma sto hitler?!!!nn aveva la coscienza marcia per tutte le falsità ke ha detto?!nn gli veniva il crepacuore solo a pensare ke stava ingannando il mondo?!
    Gliene parlerò domani anche in classe...
    love,
    la barbie

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  9. da quello che ho capito io in realtà quello non era il vero dittatore...quello che ha fatto il "discorso all'umanità" era il barbiere ebreo che si è finto il dittatore andando contro i suoi ideali...per questo dice" hannah mi senti?" ...è giusto?

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