venerdì 8 maggio 2009

L'ANGOLO DELLA STORIA (2) - IL NAZISMO

Ecco alcune precisazioni anche sul nazismo. Occhio alle immagini...


Dopo la prima guerra mondiale, da cui la Germania uscì sconfitta, venne proclamata la repubblica, detta di Weimar dal nome della cittadina dove il governo si rifugiò nei primi mesi, per sfuggire ai moti rivoluzionari di Berlino. Il governo socialdemocratico ottenne un momentaneo consenso da parte della borghesia, non piaceva invece agli operai, che sognavano una rivoluzione comunista. Il paese era uscito dalla guerra in ginocchio: oltre all'umiliazione inflitta con il Trattato di Versailles, la Germania dovette affrontare una grave crisi economica. La disoccupazione era alle stelle e presto si verificò il crollo della moneta tedesca: il marco subì un'inflazione senza precedenti riducendosi a carta straccia. In questa immagine si vedono dei bambini che usano banconote ormai senza valore per fare le costruzioni. Per comprare una pagnotta bisognava spendere duecento milioni di marchi, mentre prima della guerra bastavano pochi centesimi. I risparmi di tutte le famiglie tedesche vennero polverizzati, mentre pensionati, operai e impiegati erano ridotti alla fame. Solo l'intervento del governo americano permise di avviare una certa ripresa economica, ma lo scoraggiamento della popolazione e la sfiducia nella repubblica aumentavano.


Fra i movimenti politici che minacciavano la Repubblica di Weimar c'era anche il piccolo Partito nazionalsocialista, presto abbreviato in nazista, fondato da Adolf Hitler. Questo partito voleva abbattere la democrazia per sostituirla con la dittatura, esaltava la tradizione nazionalista, imperiale e militare della Germania e voleva riprendere i territori perduti con il trattato di Versailles. I nazisti odiavano i comunisti ed erano pronti a usare la violenza per aggredire e sciogliere le organizzazioni operaie, partiti e sindacati. Il partito reclutava molti reduci di guerra abituati alla violenza che si organizzarono in squadre armate (SA = squadre d'assalto), riconoscibili per le camicie brune (sul modello delle camicie nere del fascismo italiano). Nonostante una certa diffidenza, il nazismo era guardato con simpatia da molti borghesi. Nel 1923 a Monaco, Hitler e i nazisti tentarono un colpo di stato con l'appoggio di alcuni ufficiali dell'esercito. Il colpo di stato fallì e Hitler finì in carcere per un anno. Durante la prigionia scrisse il libro Mein Kampf (la mia battaglia) in cui espose il suo programma politico. Egli partiva dal presupposto che l'umanità fosse divisa in razze e che la razza ariana (cioè portatrice delle lingue indoeuropee) di cui il popolo tedesco era parte, fosse superiore a tutte le altre e per questo chiamata a sottometterle e a dominarle. Il popolo tedesco si trovava in una situazione di decadenza perchè nei secoli si era mescolato con razze inferiori. I principali responsabili di questa corruzione erano gli ebrei che Hitler considerava inferiori a ogni altra razza. Erano accusati di aver diffuso la degenerazione morale, gli ideali malefici della democrazia e del comunismo e di essere a capo del capitalismo mondiale. I tedeschi dovevano recuperare la purezza del loro sangue emarginando gli ebrei e impedendo che gli omosessuali, i malati di mente, coloro che avevano gravi difetti fisici potessero riprodursi. Una volta recuperata la purezza, i tedeschi dovevano ricostruire la grandezza della loro nazione e per fare ciò era necessario conquistare uno spazio vitale più ampio, una grande nazione che riunisse tutti i gruppi di lingua e cultura tedesca. La Germania doveva espandersi verso est, impadronendosi dei territori abitati dagli slavi, anch'essi giudicati una razza inferiore. Perchè le sue idee, soprattutto l'odio per gli ebrei, furono accettate dai tedeschi? Hitler sosteneva che la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale era dovuta ad una cospirazione di tutti gli ebrei del mondo, fra i quali i ricchi banchieri che controllavano l'alta finanza europea e americana. Hitler aveva capito che i tedeschi, umliati dalla sconfitta, avevano bisogno di dare la colpa a qualcuno: l'immagine del banchiere ebreo che si arricchisce con le speculazioni di borsa, suscitava facilmente l'odio dei reduci disoccupati o degli impiegati o dei negozianti rovinati dall'inflazione.

I nazisti si presentarono alle elezioni del 1930 ottenendo un buon risultato. Nel 1932 la Germania andò alle elezioni due volte: per eleggere il nuovo presidente della Repubblica e il parlamento. Hitler si candidò alla presidenza, ma venne sconfitto da Hindenburg (nella foto la stretta di mano tra i due). Pochi mesi più tardi si svolsero le elezioni politiche, in un clima di violenza e intimidazioni: il partito nazista ottenne la maggioranza dei voti. Hindeburg affidò allora a Hitler l'incarico di formare il governo nominandolo Cancelliere del Reich (inizio del 1933). Appena salito al potere, Hitler sciolse il parlamento e indisse nuove elezioni. Pochi giorni prima i nazisti incendiarono il parlamento facendo ricadere la colpa sui comunisti. Hitler, allora, sospese la Costituzione tedesca e trasformò la Germania in una dittatura cancellando la libertà di stampa, di parola e di associazione.


Nel 1934 Hindenburg morì e Hitler divenne capo dello Stato e comandante supremo dell'esercito. I nazisti ottennero via via le posizioni più prestigiose nell'esercito. Le SS, una sorta di esercito privato alle dipendenze di Hitler, rappresentavano un'ulteriore garanzia. Anche alla polozia di Stato venne associato un corpo armato parallelo: la Gestapo, incaricata di perseguitare e uccidere gli oppositori politici. Alle SS e alla Gestapo fu affidata la gestione dei Lager, i campi di concentramento attivi fin dal 1933 per rinchiudere gli avversari politici e tutti coloro che i nazisti consideravano "inutili" per la nuova Germania. Nella foto un raduno nazista a Norimberga (1936). Sul palco campeggia la svastica, simbolo del nazismo.







Non appena preso il potere, Hitler cominciò a realizzare il suo programma. Dichiarò nullo il trattato di Versailles e ritirò il paese dalla Società delle Nazioni. La Germania nazista avviò un programma di riarmo e commissionò grandi opere pubbliche, che diedero lavoro a migliaia di disoccupati. Forte del consenso popolare il regime nazista fu totalitario: anche gli ambiti della vita civile, culturale e religiosa dovevano conformarsi all'ideologia ufficiale. Particolare attenzione fu rivolta ai giovani, inquadrati fin dall'infanzia in un'organizzazione di tipo militare, la Gioventù hitleriana. Il progetto del dittatore era quello di allevare una nuova generazione che ignorasse addirittura l'esistenza di idee diverse da quelle naziste, come ad esempio quelle comuniste. Ecco un brano tratto dal libro Mein Kampf in cui Hitler espone il suo progetto educativo: "La mia scienza pedagogica è dura. Il debole deve essere spazzato via. Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo. Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile... Essa deve sopportare il dolore, non deve avere nulla di debole o effeminato. Forte e bella voglio la mia gioventù. La farò istruire in ogni esercizio fisico. Voglio una gioventù atletica... Non voglio un'educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù... Ma i giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte". Nell'immagine si vede il manifesto della Gioventù hitleriana: i giovani nazisti in camicia bruna mettono in fuga i membri di tutti gli altri gruppi giovanili ormai proibiti dal regime (boy - scout o gruppi parocchiali).

1 commento:

  1. _(¯`*•.¸... ROBERTO ...¸.•*´¯)_10 maggio 2009 alle ore 17:17

    Grazie prof. per tutti questi chiarimenti.

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